SOCCORSO ALPINO, PIAZZA: “VOGLIAMO SENSIBILIZZARE CHI PRATICA ATTIVITA’ A RISCHIO”

PIAZZA VERTICEMILANO – Se dopo aver richiesto l’intervento del soccorso alpino e dell’elisoccorso in montagna l’escursionista non deve ricorrere alle cure del Pronto Soccorso e ad accertamenti diagnostici potrà essere chiamato a partecipare alle spese. E l’esborso potrà essere maggiorato in caso di comportamento imprudente.

Queste le principali novità contenute nella legge approvata oggi a maggioranza dal Consiglio regionale (38 sì, 27 contrari) che punta all’educazione e alla promozione del turismo responsabile. Inoltre l’Assemblea regionale ha approvato a maggioranza (36 voti a favore, 28 contrari) un ordine del giorno che invita la Giunta “a sensibilizzare i cittadini ad affrontare con la dovuta preparazione e con il necessario equipaggiamento le attività ricreative a più elevato rischio”.

“Non è corretto allertare i soccorsi per casi non gravi – precisa il consigliere regionale Mauro Piazza -. Prima di tutto è necessario affrontare la montagna con la giusta serietà: è un ambiente naturale splendido, ma le difficoltà non vanno sottovalutate. Oggi sono a disposizione le conoscenze e le attrezzature necessarie per evitare di mettere in pericolo se stessi, gli altri e, spesso, anche chi presta soccorso”.

“Sarà compito della Sala operativa regionale di AREU 118 classificare gli interventi di soccorso, in coordinamento con l’équipe di soccorso sanitario – precisa Piazza – Le tariffe della compartecipazione alle spese saranno stabilite dalla Giunta regionale entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, sentita AREU e la Commissione consiliare Sanità”. In ogni caso il richiedente non potrà pagare più del 50% del costo effettivo del servizio mentre per i residenti in Lombardia è prevista una riduzione del 30% sul costo a carico.

Nel 2014 in Lombardia il Corpo nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) ha effettuato 1155 interventi (erano stati 985 nel 2013), soccorrendo 1216 persone (1060 nel 2013). Dati aggiornati all’8 marzo 2015 riportano che il Soccorso Alpino e Speleologico (SAS) lombardo ha svolto 133 interventi, di cui 4 casi sono stati causati da “incapacità” con il coinvolgimento di 14 persone infortunate.

Anche in altre Regioni (come Veneto, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta) sono già attivi provvedimenti analoghi.