SPECIALE TELERISCALDAMENTO:
A SPIEGARLO AI CITTADINI
NON I SINDACI MA “RIFIUTI ZERO”

coordinamento-lecchese-rifiuti-zeroVALMADRERA – Sebbene nessuno dei Consigli comunali della provincia abbia ancora visionato e discusso il progetto definitivo del teleriscaldamento, esso c’è e, come spiega il Coordinamento lecchese rifiuti zero, “è stato presentato alla Regione a maggio ed è solo in attesa dell’approvazione, dopo la quale, se il Cda di Silea lo volesse, si potrebbero già appaltare i lavori. È infatti passata la linea per cui solo i Comuni che lo vorranno ne discuteranno all’interno delle proprie assemblee”, discrezionalità che lascia intendere che non sarà necessario nessun via libera da parte degli amministratori locali.

Ma partiamo dal principio. Il teleriscaldamento è una modalità di riscaldamento che si basa sulla distribuzione di acqua calda proveniente da un’unica centrale di produzione, ad un certo numero di unità abitative collegate ad essa tramite una rete di tubi interrati. In primo luogo, dunque, per realizzare questo impianto sarà necessario adattare il termovalorizzatore di Silea. Questo processo prevede innanzitutto la sostituzione dell’attuale turbina e poi la costruzione di un nuovo lotto dove verranno sistemate le tre caldaie a metano.

Perché il teleriscaldamento per funzionare ha bisogno di 60 Megawatt termici: 25 Mwt sono forniti dal calore prodotto dalle 105mila tonnellate di rifiuti (valore indicativo, che dipende dal potere calorifico dei rifiuti) che continueranno comunque, secondo il progetto definitivo, ad essere bruciate ogni anno; i 35 Mwt mancanti verranno prodotti dalle due caldaie a metano, la terza servirà come back up.

Già questa prima esemplificazione del progetto pone una serie di problemi, ben evidenziati da Gianni Gerosa, militante del Coordinamento. “Il progetto prevede la combustione fino a 105mila tonnellate di rifiuti che il forno brucerà nell’arco di tutto l’anno, quindi per i sette mesi in cui i riscaldamenti sono spenti il calore verrà comunque sprecato; inoltre il teleriscaldamento funzionerà per il 66% col calore di caldaie a metano”.

emissioni_coordinamento_rifiuti_zeroQuesto porta a fare delle considerazioni molto serie sulle ricadute del teleriscaldamento sulla salute pubblica: “Secondo un rilevamento del 2010 gli impianti termici in provincia di Lecco funzionano per il 95% a Metano e Gpl, mentre sono solo il 2,4% quelli che ancora funzionano a gasolio. Se confrontiamo, come si fa nella tabella, le emissioni delle due tipologie di impianti si nota come quelle del teleriscaldamento siano più del doppio rispetto a quelle medie delle attuali caldaie a metano e soprattutto comprendono sostanze molto tossiche come le diossine non generate dalle caldaie a metano. Inoltre le emissioni del forno sono puntuali e si concentrerebbero nella zona limitrofa al forno (Valmadrera, Civate, Galbiate, Suello, Annone), mentre quelle delle caldaie sono distribuite in modo uniforme sul territorio e l’inquinamento che ne deriva è quindi molto più diluito. Ricapitolando col teleriscaldamento avremmo l’inceneritore in funzione al massimo carico per tutto l’anno e due caldaie a metano da 20 Mwt l’una in azione per cinque mesi che a livello di emissioni si traduce in un aumento del 260% del Pm10, di quasi del 200% della Co2 e del 1000% delle diossine”.

Ci sono anche tutta una serie di perplessità legate alle tempistiche di questo progetto: nel cronoprogramma presentato ai Comuni si parla di una tempistica di otto anni perché venga realizzata la posa della rete, la sottoscrizione dei contratti e l’erogazione del servizio nelle quattro zone identificate (Zona A dorsale dal termovalorizzatore all’Adda, centro e zona del ponte di Malgrate; Zona B attraversamento dell’Adda, Lecco sud e Comune di Valmadrera; Zona C Lecco nord, Zona D Lecco est e ospedale), ma a questo tempo va aggiunto quello necessario per l’adattamento dell’impianto di Silea e infatti il progetto ufficiale presentato in Regione parla di 144 mesi complessivi e quindi dodici anni. “Anche se cominciassero i lavori nel 2017, si arriverebbe a completarli a ridosso del 2028 – spiega ancora  il portavoce del Coordinamento – proprio l’anno in cui all’impianto di Silea scade l’autorizzazione integrata ambientale e quindi l’inceneritore dovrebbe chiudere o essere radicalmente trasformato”.

Tutto questo ha dell’assurdo se si pensa che solo per adattare il termovalorizzatore per realizzare il teleriscaldamento costerà 27 milioni e 600 mila euro, a cui vanno aggiunti i 32 milioni di euro per realizzare la rete di tubi che porterà l’acqua calda nelle case, aspetto tra l’altro non contemplato nel progetto che dovrà essere valutato dalla Regione: ad oggi non si sa chi costruirà la rete, con che tempistiche e soprattutto con che soldi. Non si sa neanche come reagirà l’utenza: innanzitutto non ogni unità abitativa potrà allacciarsi al nuovo sistema perché servono dei requisiti particolari, inoltre chi potesse e decidesse di passare a questo nuovo sistema entrerebbe in un regime di monopolio governato da Silea (oggi società partecipata dai Comuni, ma domani?) che sarebbe l’unica azienda in grado di erogare il servizio, mentre oggi nel libero mercato ognuno può scegliere da che fornitore comprarsi il gas.

gianni gerosa rifiuti zeroTutto ciò porta a dubitare che il teleriscaldamento verrà realizzato nella sua completezza – continua Gianni Gerosa – facendo pensare che verrà realizzato il primo lotto con la nuova turbina e le tre caldaie a metano, ma non la rete. Non vorremmo trovarci solo con il revamping dell’inceneritore, cosa che a questo punto allontanerebbe la data di dismissione dell’impianto e di sostituzione dello stesso con alternative nella logica dell’aumento del riciclo in linea con le direttive Ce”.

Da qui le richieste del Coordinamento lecchese rifiuti zero: “Noi siamo per una nuova strategia di gestione dei rifiuti orientata al riciclo, all’economia circolare come l’Europa ci chiede di attuare nei prossimi dieci anni e che riporti la provincia di Lecco nelle prime posizioni a livello nazionale laddove era nei primi anni del 2000, posizioni ormai lontane e dimenticate. Oggi secondo i dati Ispra ci attestiamo attorno al quarantesimo posto. Chiediamo l’introduzione della tariffa puntuale su tutto il territorio provinciale: questo sistema di raccolta ormai non più sperimentale in diverse province italiane, da dati consolidati in molte realtà del nostro paese, porta a incrementi notevoli della differenziazione e a risparmi per i cittadini virtuosi che operano correttamente nella selezione dei rifiuti. Non si capisce perché si insista in piccole sperimentazioni quando basta seguire l’esempio di municipalizzate che già l’hanno implementata da anni. Chiediamo anche un progetto alternativo all’inceneritore (fabbrica dei materiali – selezione a freddo) che preveda la conversione dell’impianto entro la fine dell’attuale ammortamento (2023) con costi ben inferiori a quelli del progetto di teleriscaldamento. Il rientro finanziario dall’investimento che comporterà il teleriscaldamento è tutto da dimostrare, in pochi anni è possibile invece puntare alla riconversione dell’impianto allineandosi alle direttive europee (dicembre 2015). Inoltre, Silea ha commissionato e ricevuto due studi dalla scuola Agraria di Monza su questo punto ed è necessario conoscerne il contenuto per valutarli come alternativa al revamping/potenziamento del forno. In una logica di trasparenza ciò dovrebbe essere scontato, per tutti gli amministratori in primis e poi per i cittadini che essi rappresentano e che pagano il servizio”.

Infine, l’altra grande battaglia del Coordinamento riguarda gli studi epidemiologici di cui si è tanto discusso negli scorsi mesi. “L’analisi epidemiologica che il coordinamento chiede è quella che va sotto il nome ‘caso controllo georeferenziata sui casi acuti’, volta ad esaminare in tempi brevi eventuali criticità sanitarie presenti sui residenti nell’area di ricaduta delle emissioni. Non possiamo non ricordare che risultati di analisi fatte sia a breve sia a lungo termine in altri siti di incenerimento (Vercelli, Filago, Coriano ecc.) hanno dato risultati molto preoccupanti e incrementi significativi di percentuali dei tumori e di altre malattie cardiovascolari e polmonari. Chiediamo venga allora utilizzato il principio di precauzione prima di legare questo territorio per altri decenni a tale sistema di smaltimento. Una volta finanziati i lavori, se le analisi dessero incidenze negative sulla salute, risulterebbe difficile fermare il forno senza perdite ingenti di capitali. La dirigenza di Silea ha parlato di termine delle analisi a fine 2018, termine entro il quale i lavori del lotto A del teleriscaldamento saranno già stati iniziati”.

In ultimo ecco la lettera (recapitata al Cda di Silea, al sindaco di Valmadrera Donatella Crippa e a Virginio Brivio in qualità di presidente del comitato ristretto di Silea) con la quale i Coordinamento chiede di partecipare al comitato scientifico che giudicherà l’analisi epidemiologica commissionata da Silea.

Gentili Amministratori,

In riferimento a quanto deciso dall’assemblea dei soci di Silea e da quanto diffuso tramite mezzo stampa, cioè alla decisione di svolgere delle analisi epidemiologiche sugli effetti del forno inceneritore di Valmadrera, il Coordinamento lecchese rifiuti zero chiede ufficialmente di poter essere presente con un proprio rappresentante (di riconosciuta competenza e preparazione professionale) nel comitato scientifico che dovrebbe garantire ‘la validità scientifica del protocollo e l’integrità scientifica dello studio stesso’.

Tale richiesta è fondata sulla trasparenza necessaria che questo importante studio richiede e sulla necessaria partecipazione dei cittadini. Il Coordinamento lecchese rifiuti zero è una rete di associazioni del territorio e di cittadini, aperta al contributo di tutti. Non è legato ad alcun partito politico ma è sempre stato disponibile al confronto con gli enti istituzionali. Da due anni si batte perché vengano svolte tali analisi e a tal proposito ha raccolto più di settemila firme nei comuni interessati dalle emissioni dell’inceneritore

Confidando nell’accoglimento di questa nostra richiesta porgiamo i più cordiali saluti.

Il Coordinamento Lecchese Rifiuti Zero

 

Manuela Valsecchi