‘SULLE STRADE DI LECCO’,
RUBRICA DI TOPONOMASTICA:
VIA ALFONSO LA MARMORA

Nome della via: via Alfonso La Marmora.VIA ALFONSO LAMARMORA CARTINA

Rione e posizione della via: Germanedo, collega corso Promessi Sposi a via Belfiore.

LECCO – Tra i personaggi che “hanno fatto” l’Italia, oltre alla sfilza di eroi, politici ed intellettuali, vanno sicuramente annoverati anche tutti coloro i quali hanno agito principalmente in un solo ambito. Il 41esimo episodio della nostra rubrica ‘Sulle strade di Lecco’ è dedicato ad una di queste personalità che ha unito l’Italia: il generale Alfonso La Marmora.

Alfonso Ferrero di La Marmora nasce a Torino nel 1804. Dedica la sua intera vita al servizio del suo stato, il Piemonte Sabaudo prima, e il Regno d’Italia poi. Riorganizza l’artiglieria piemontese in vista della prima guerra d’Indipendenza che apre il Risorgimento italiano distinguendosi per i suoi meriti durante l’assedio di Peschiera.

ALFONSO LA MARMORA

Nominato ministro della Guerra per brevissimo tempo viene stanziato già dal 1849 sul confine con il Granducato di Toscana. Lo stesso anno però fu richiamato a Torino da d’Azeglio per essere nuovamente nominato ministro della Guerra e qui vi rimase per circa dieci anni.

Fu in questo periodo che il generale La Marmora promosse le sue più grandi riforme: riordinamento delle ferme, introduzione del reclutamento nazionale, rimodernamento delle fortificazioni e presidio delle stesse con truppe non appartenenti a quelle di linea. La sua riforma aveva il preciso scopo di tenere fresche le forze d’urto e pronte ad una guerra lampo in Lombardia.

Nel 1855 divenne comandante in capo della spedizione in Crimea e al suo ritorno riprese il ministero della Guerra col titolo di generale d’armata. Dopo l’armistizio di Villafranca fu nominato primo ministro succedendo a Cavour. Nel 1860 passò al comando del dipartimento di Milano e l’anno seguente era a Napoli. Nel 1864 fu richiamato a Torino per coprire la carica di Primo Ministro.

Nel 1866 prese il comando effettivo dell’esercito alla vigilia della terza guerra d’indipendenza; durante la campagna militare però fu costretto a ritirasi a vita privata per il suo atteggiamento incerto e debole. Tornerà sulla scena dopo la presa di Roma quando fu nominato Luogotenente generale del re in attesa del trasferimento della capitale. La Marmora morirà infine a Firenze nel 1878 dopo una lunga vita al servizio dello stato.

A. G.