SVERSAMENTI DI IDROLARIO,
EX N.1 ALMERICO ASSOLTO: FATTI
“NON COSTITUISCONO REATO”

tribunale lecco 6LECCO – E’ stato assolto perché il fatto non costituisce reato l’ingegner Franco Almerico, presidente di Idrolario dal 2011 al 2013, periodo in cui sono stati rilevati degli sversamenti di sostanze inquinanti negli impianti di Erve, Calco e Osnago ed è stata constatata l’assenza di un’autorizzazione sull’impianto di Valmadrera è stato ritenuto non colpevole dal giudice Maria Chiara Arrighi.

Nell’udienza di questa mattina presso il Tribunale di Lecco l’avvocato difensore Luca Ricci nella sua arringa finale ha ripercorso tutte le tappe del processo, sottolineando che il suo assistito ha alle spalle già sei sentenze di assoluzione passate in giudicato: ”Nelle precedenti udienze erano stati chiamati a testimoniare alcuni tecnici di Idrolario e Regione Lombardia che avevano ben chiarito in che situazione si è trovata Idrolario e la gestione di Almerico, iniziata nel 2011, che ha in ogni modo e con tutte le sue forze cercato di affrontare le problematiche che si sono presentate sui singoli impianti a livello di tavoli provinciali e regionali perché si potesse trovare una soluzione. É significativo quando la dottoressa Iacone dalla Regione aveva addirittura dichiarato che la politica di investimento non era del gestore – in questo caso Idrolario – ma la titolarità è del piano d’ambito, il cosiddetto Ato. E ci era stato anche confermato che gli impianti di depurazione di natura biologica non sono fatti per i residui industriali…se ci vanno è perché rientrano nella rete fognaria. In questo senso Almerico ha provveduto a realizzare una mappatura della rete fognaria per centinaia e centinaia di km. Sull’impianto di Erve dove è stato rilevato un valore di zinco di 0,74 rispetto al limite di 0,50 ed è in autocontrollo da parte delle società, il problema è che è impossibile impedire un evento del genere: basta che una persona butti un secchio di residuo nella fognatura perché l’impianto biologico che non ha queste caratteristiche non sia in grado di abbatterlo”.

E ancora:”Per quanto riguarda l’irregolarità sull’impianto di Valmadrera, già l’ingegnere che ha testimoniato nelle precedenti udienze ha spiegato che si tratta di un impianto di potabilizzazione dell’acqua che viene presa direttamente dal lago e resa potabile affinchè 430mila persone la possano utilizzare. L’autorizzazione del Comune di Valmadrera era scaduta il 19 giugno 2011, Almerico fu eletto nel luglio 2011 e assume la presidenza nel settembre di quell’anno. La domanda di rinnovo, comunque, avviene contestualmente. Fu la Provincia di Lecco ha dichiarare che si trattava di un formalismo e che bisogna inviare la domanda ex novo. Quindi cosa bisognava fare? L’alternativa era quella di bloccare un impianto che forniva acqua a 430 mila persone”.

E in ultimo Ricci, che difende Almerico insieme al collega Carlo Cama, ha voluto “togliersi qualche sassolino dalla scarpa: ”Questa vicenda nasce da un conflitto che sta al di sopra della testa di Almerico che riguarda l’Arpa da una parte e la provincia di Lecco e i Comuni che facevano parte del servizio idrico integrato dall’altra. Almerico si è trovato in situazione complessa e ha fatto di tutto per cercare di risolvere. L’ingegnere di Arpa ha detto che il depuratore delle rete urbane non ha un sistema chimico fisico per trattare i residui industriali…e questo lo sapevano bene. Era, quindi, possibile che quando Arpa effettuava un controllo trovasse valori fuori dal limite consentito”.

E. P.