TERREMOTO IN ECUADOR.
I VOLONTARI LECCHESI:
“AIUTATECI, È UN DISASTRO”

EMERGENZA TERREMOTO ECUADOR-imm1LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di due volontari dell’Operazione Mato Grosso, Carlo e Cristina Bosisio di Olginate, che si trovano in Ecuador nelle zone colpite dal violento terremoto il 18 aprile scorso.

Carlo è sceso oggi alla costa per vedere un po’ di persona la situazione e come stanno i nostri amici laggiú: le comunicazioni sono intermittenti e non si riesce a capire bene. Le fonti ufficiali dicono che la situazione è sotto controllo, ma altri fanno sapere che da molte parti ancora gli aiuti non arrivano, che scarseggiano i viveri e manca l’acqua. Maigua ha chiesto a Carlo di portare giú viveri, perché hanno distribuito alla gente quello che avevano e ora non ne hanno piú. Per timore dei saccheggi le tende sono chiuse e così non si sa dove andare ad approvvigionarsi. Tutte le attivitá produttive della costa sono ferme e quindi nessuno sta andando a lavorare e non si guadagna… Sappiamo anche di assalti alle camionette e ai camion di chi va a lasciare aiuti: se non vanno in convoglio e scortati dai militari, non arrivano a destinazione perché la gente esasperata li blocca prima e porta via tutto quello che trova.

Sembra che il numero dei morti sia molto piú alto di quello che è stato dichiarato ufficialmente: il fratello di Stalin, che è militare ed è di stanza a Manta, dice che nelle zone dove sono rimaste le macerie c’è in giro un puzzo di cadavere allucinante. Ieri, domenica, hanno deciso di abbandonare le ricerche dei superstiti e di entrare a demolire con le macchine, perché ormai, dopo otto giorni, non c’è più speranza di ritrovare persone vive sotto le macerie: ma sabato hanno ancora estratto una bambina di pochi mesi miracolosamente viva ed illesa. 

Da qui il Governo ha mobilitato gli psicologi dei distretti educativi e li sta preparando per intervenire con la popolazione delle zone più colpite, che sono in stato di shock perché hanno perso tutto: casa, familiari, lavoro… È un disastro di proporzioni davvero giganti. L’ospedale di Manta è inagibile, hanno inviato un ospedale mobile per le prestazioni di emergenza, perché ci sono tantissimi feriti.

Ci sono moltissimi orfani e si dovrà organizzare la risistemazione di questi bambini presso parenti che li possano accogliere o presso famiglie affidatarie che abbiano i requisiti minimi per poterlo fare. Altri dovranno essere dati in adozione. Tra un po’ alla costa dovrebbe reiniziare l’anno scolastico, ma molti edifici educativi sono inagibili e quindi hanno già decretato che  si rimanderà l’inizio della scuola.

Tanti problemi a tutti i livelli:  tutti si stanno dando da fare, tutto il paese è mobilitato e questa è una grazia, ma non si sa quanto si potrà andare avanti così. Padre Battista domenica ha invitato la sua gente, tutta povera per altro, a regalare parte del raccolto delle patate per i terremotati: Hanno raccolto 200 quintali  tra patate, fave e cebada, e tre persone di Angamarca che hanno i camion si sono resi disponibili a fare gratuitamente il viaggio. La polizia locale li ha scortati e sappiamo che sono arrivati alla Caritas di Portoviejo da monsignor Voltolini. Notizie tragiche e notizie belle e commoventi: nelle disgrazie la gente fa vedere la sua parte peggiore, ma anche quella migliore.

Ciao, carissimi, grazie per il vostro aiuto e grazie anche per le vostre preghiere: ne abbiamo tutti bisogno!

EMERGENZA TERREMOTO ECUADOR-01