UN CANTO PER DON GNOCCHI:
SABATO CORI E TESTIMONIANZE
PER IL CAPPELLANO DEGLI ALPINI

manifesto-don-carlo-gnocchiLECCO – Nel sessantesimo della morte di don Carlo Gnocchi Aido e Alpini di Lecco, insieme alla Fondazione che porta il suo nome, vogliono ricordare ai lecchesi il prete ambrosiano, figlio della nostra terra, che tanto ci ha dato.

Sono esattamente sette anni che don Carlo è beato e, nel giorno della sua memoria liturgica, come il 25 ottobre del 2009, la piazza del Duomo è stata illuminata da un sole caldo che ricorda l’abbraccio affettuoso dell’apostolo del dolore innocente, del “soldato della bontà”, come lo definì il beato Giovanni Battista Montini, che ne celebrò le esequie, sempre in Duomo. In quel triste giorno di febbraio grigio e piovoso del 1956 c’erano allora – raccontano le cronache – oltre centomila persone: i suoi mutilati, gli alpini, chi già allora lavorava nella “Pro Juventute”, oggi divenuta, appunto, la Fondazione Don Carlo Gnocchi.

A Lecco verrà ricordato con i canti dei cori Alpini e con la presenza di Silvio Colagrande il 29 ottobre all’auditorium della Camera di commercio.

L’ultimo suo gesto fu la donazione delle cornee a due ragazzi non vedenti – Silvio Colagrande e Amabile Battistello – quando in Italia il trapianto di organi non era ancora disciplinato dalla legge. Il doppio intervento, eseguito dal professor Cesare Galeazzi, riuscì perfettamente, sollevando grande clamore non solo tra l’opinione pubblica, ma anche nel mondo dei giuristi e dei teologi: fu grazie a don Gnocchi che il Parlamento italiano varò le prime norme sui trapianti d’organo, mentre sul versante morale, papa Pio XII, nell’angelus della domenica successiva alla morte, avallò il generoso gesto, ponendo a tacere qualsiasi osservazione contraria o dubitativa. Per questo nella stessa occasione si festeggerà il 40esimo di fondazione del gruppo comunale Aido di Lecco.