LE ORIGINI DELLO SCI

LECCO – Siamo così abituati allo sci che difficilmente c’interroghiamo sulle sue origini che sono antichissime, come dimostrano alcune incisioni risalenti all’età delle pietra, riproducenti su rupi e nelle caverne figure d’uomini con sci che ritroviamo in alcuni siti in Nord Europa.

Il primo cronista dello sci fu Strabone (I secolo a.C.). Due secoli più tardi Pomponio Mela e Sodino descrissero gli Ippodopi, popoli nordici che camminavano sulla neve con strane scarpe ai piedi.

Vi accennò anche Procopio di Cesarea, segretario di Belisario (IV secolo d. C.).

La culla dello sci è stata la Lapponia, poi si è diffuso nel resto della Scandinavia, in Asia e in un secondo tempo nell’Europa centrale. Gli invasori Mongoli, che nelle loro migrazioni si presentarono ai confini dell’Europa, calzavano uno sci (propulsore) avvolto in pelli e l’altro sci (chiamato scivolante) senza pelli, mentre al  posto delle racchette usavano un solo bastone.

Fu il re scandinavo Sverre (1151 – 1202) ad esaltarne l’efficienza come mezzo di locomozione, predisponendone l’uso fra le sue truppe e attuandone una felice applicazione tattica che gli consentì di capovolgere le sorti di battaglia presso Oslo.

Già nel 1800 i diversi popoli adoperavano tre tipi di sci:
lo sci artico (in Lapponia e Siberia) lungo un metro e mezzo, strettissimo in punta e in coda, largo al centro con le spatole molto rialzate;
lo sci nordico (o norvegese) usato in Scandinavia, lunghissimo e stretto, sottile e leggero;
lo sci meridionale (usato in Estonia, Lettonia, sui Carpazi) pesante e tozzo, largo sia in punta sia in coda.
I “legni” impiegati oggi nel fondo discendono dallo sci norvegese, benché attualmente si siano diffusi materiali tecnici.

LO SCI ALPINISMO

Le prime escursioni, ad opera degli Svizzeri, risalgono al secolo scorso, successivamente l’alpinista sugli sci ha preso di mira le più importanti catene d’Europa, d’Asia e d’America.

Per molto tempo la nazione faro, innovatrice nel mondo dello sci fu la Norvegia, fu la prima ad usarlo anche in ambito  militare, ma poi dovunque ci fosse neve, dalla Lapponia, alla Slovenia, all’Austria, all’Italia, gli Stati Uniti si sperimentarono nuovi usi di questo modo di muoversi.

La prima volta che venne documentata l’attrattiva dello sport a uso turistico fu nel 1906, quando sir Henry Simpson Lunn portò ad Adelboden, in Svizzera, studenti ed educatori della Public Schools Alpine Sports Club. Fu lui a scegliere gli alberghi dove far trascorrere il soggiorno, possiamo pensarlo come un precursore degli attuali tour operator.

Lo sci alpinistico, si pratica in genere in due o più persone. Essendo un fuoripista necessita attrezzature per salite e scalate.  Richiede un’eccezionale preparazione fisica, che unisca doti atletiche, conoscenza della montagna e resistenza tipiche dell’alpinista.

Gli sci usati sono analoghi a quelli da discesa, salvo una lunghezza minore, attacchi che lasciano maggior libertà al piede e la possibilità di applicare sulla suola una striscia di pelle di foca per aumentare l’attrito in salita.

LO SLALOM GIGANTE

Lo slalom gigante è una discesa controllata, più breve di una libera: una via di mezzo per così dire fra la libera e lo slalom speciale. Nelle gare internazionali il dislivello nelle piste deve essere fra i 300 e 400 metri.

Lungo il suo percorso vengono distribuite 57 -63, dal momento che il 15% del dislivello è 60 (cifra che starebbe ad indicare il numero ideale delle porte).

Le bandierine sono rettangolari, ossia i teli, ciascuno fra due paletti, come minimo di 75 cm di larghezza e 50 cm di altezza.

Lo slalom gigante, che un tempo si disputava in una sola prova, si effettua ora in due “manche”. Questa specialità, relativamente recente, è nata qui in Italia sul ghiacciaio della Marmolada, ideata dal medico di Bolzano Gunther Langes.

IL FONDO

Nelle gare di gran fondo, disputate sulle distanze di 30 e di 50 km, il massimo dislivello ammesso tra il punto più basso e quello più alto del percorso è di 250 metri, la salita massima continuativa di 100 m. I totali dei dislivelli possono variare da 750-1.000 metri a 1000-1.500 metri, in questo secondo caso solo in ambito maschile.

Nel fondo ci sono categorie maschili e femminili. Il fondo maschile si svolge su distanze di 10 e 15 km, con un dislivello di 200 e 250 m, salite massime continuative di 100 m e un totale dei dislivelli di 300 e 450 m e 400-600 m.

Il fondo femminile si svolge su una distanza di 5-10-20 km, con un dislivello di 100-150-250 m, salite massime continuative di 50-75 m e un totale dei dislivelli di 150-200, 250-350 e 400-500 m.

Le gare di gran fondo e di fondo sono disputate da concorrenti scadenzati nella partenza e la classifica viene compilata in base ai migliori tempi cronometrati. Le gare di staffetta,invece, consentono una classifica compilata in base all’ordine di arrivo.

Lo sci di fondo ha avuto in questi ultimi anni, un grande sviluppo come pratica sportiva non agonistica.

Tutte le stazioni sciistiche hanno ormai almeno una pista di fondo, con percorsi di diversa lunghezza, opportunamente segnalata, a disposizione dei turisti.