DADATI E L’IMMIGRAZIONE:
“NON POTREMO ASSISTERE
DA SPETTATORI COME ORA”

DADATI POLTRONAPosso capire una persona comune. Non posso capire, né giustificare, né apprezzare chi ha responsabilità, chi è stato eletto, chi guida un partito, o un partito stesso. In questi casi non è accettabile non sapere, semplificare, non assumersi il fardello di dare risposte complete e di prospettiva.

Khaled Asaad, l’archeologo custode e direttore delle antichissime rovine romane di Palmira in Siria, decapitato pubblicamente dai banditi dell’ISIS era musulmano. Era uno di quegli uomini e di quelle donne che in quel Paese, per decenni hanno convissuto pacificamente con i cristiani e che insieme ai cristiani stanno morendo per difendere la loro terra, la loro possibilità di convivere, di stare nella nostra epoca senza essere trascinati in un tempo che noi percepiamo come antico e barbaro.

Molte di queste persone sono costrette a fuggire, lo sono dalla Siria, dalla Somalia, dalla Libia, e da tanti altri Paesi finiti in un buco nero a causa degli interessi economici e di potere di altre Nazioni, in buona parte Occidentali. La soluzione sarà drammatica, non ci lascerà incolumi, non potremo assistere da spettatori come fatto fino ad ora, e i nostri nemici, i nemici della nostra Patria, della nostra storia, della nostra gente, delle nostre famiglie, non saranno i mussulmani, non saranno i profughi, non saranno i clandestini. No, non saranno loro, non loro in termini assoluti. Ma è certo che oggi non possiamo chiudere gli occhi e la mente di fronte alla verità di ciò che succede e non accogliere chi, in fondo, è dalla nostra parte, per paura di affrontare la sfida che ci è posta di fronte e che volenti o nolenti dovremo affrontare, probabilmente al fianco di queste persone che alcuni vorrebbero ributtare a mare.

No, non è così che si può vincere questa guerra, non si vince il terrorismo contrapponendo. Si vince insieme. Noi italiani abbiamo sconfitto le BR insieme, tutti, con in prima fila i comunisti di allora. Se avessimo messo all’indice i comunisti dicendo che erano tutti terroristi avremmo perso e le Brigate Rosse avrebbero vinto. Aldo Moro che rappresentava il dialogo ed il percorso comune pagò il prezzo più alto, così oggi lo paga chi promuove questo dialogo. E’ necessario cambiare, combattere si deve ma in modo diverso e partendo dal rispetto dei popoli nelle loro persone più deboli.

Fabio Dadati