IL FASCINO DEGLI INTELLETTUALI
INTERVISTA MICHELE SERRA:
PERCHÉ LA SATIRA È IMPORTANTE?

logo il fascino degli intellettuali ifdiMichele Serra è un giornalista e scrittore, intellettuale arguto, ironico e sagace. Classe ’54, ha scritto per l’Unità e per il suo inserto satirico Tango – diretto da Giorgio Staino – prima e ha fondato e diretto Cuore poi. Attualmente scrive per la famosa Amaca di la Repubblica e cura la rubrica Satira preventiva de L’Espresso.

Proprio dall’idea di “satira preventiva” comincia l’intervista realizzata da Costanza Motta per Il fascino degli intellettuali. all’interno del Festival della Bellezza a Verona.

Il titolo del suo intervento al Festival della Bellezza è “satira preventiva”: cosa si intende con questa espressione?

michele-serra-verona«Negli anni della Guerra del Golfo, Bush se ne uscì, ad un certo punto, con questa direi meravigliosa espressione: “questa è una guerra preventiva”. Come a dire che loro non ci stanno attaccando, ma potrebbero farlo, allora per sicurezza meglio se mettiamo le mani avanti. Mi sembrava un’idea assolutamente satirica questa, anche se Bush non se n’è accorto. Allora anche io ho pensato di fare “Satira Preventiva”».

Se penso ad una possibile e grossolana “storia della satira”, vedo come essa si configuri nel corso dei secoli come la più alta forma di critica culturale. In che senso essa può esserlo ancora oggi?

È importante specificare che la satira dovrebbe essere critica culturale alla società, non solo al potere. Io penso che la satira vada fatta sul sociale, quindi sui costumi. La dicitura latina originaria era «castigat ridendo mores», castiga ridendo i costumi. I costumi non sono solo quelli del Palazzo e del potente, sono quelli di tutti noi. Insomma, Plauto e Terenzio facevano ridere tutti parlando di tutti. La presunzione di credere che solo il potere sia vizioso, e come tale degno di satira, non è del tutto corretta. La satira è una deformazione della realtà nel suo insieme, che mentendo, esagerando, ribaltando, coglie però l’essenza veritiera del reale. L’uomo di satira è innanzitutto un uomo sociale, che ama stare nel mondo, ed è dotato di arguto spirito di osservazione ed enorme interesse per la gente. La satira deve essere istruttiva, deve avere una sorta di presunzione pedagogica, usando i suoi mezzi, che sono distruttivi. Da questo punto di vista, la satira è il contrario della retorica: è il linguaggio che il moralista adopera quando vuole salvarsi dalla retorica.

>>> L’intervista prosegue su Il fascino degli intellettuali…

 

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