MEDITAZIONE DI DON G.MILANI:
QUINTA DOMENICA D’AVVENTO

Titolo di questa domenica che si approssima la Natale è: il Precursore. È Giovanni  il Battista, che già abbiamo trovato, che indica non più la via, ma la meta ormai, il Signore  Gesù come colui che attesta ciò che ha visto e udito venendo dall’alto.  La “discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione  rituale”, fa nascere, nei discepoli domanda al maestro, che pur lascia trasparire una  certa distanza nel confronti del Signore Gesù; anche lui battezza, benché in luogo ben diverso da quello del Battista. Giovanni, nel quarto vangelo ci è presentato da subito ad indicare Gesù come  l’agnello di Dio, qui, dà ancora una volta la sua testimonianza. Rifacendosi ad un detto  tradizionale, che ancora sarà richiamato dal quarto evangelista, dice ogni dono venga
dall’alto: “nessuno può prendersi qualcosa se non gli è data dal cielo”; a lui è dato di  indicare il Cristo, non è lui il Cristo, solamente “è stato mandato avanti a Lui”.

Qui il maestro del deserto riprende immagine antica, cara ai profeti, che  indicavano il legame tanto forte tra Dio e il suo popolo sino a leggerlo come il vincolo più  tenace e amoroso tra gli uomini: quello matrimoniale, così reinterpretando l’immagine si  dipinge come l’amico dello Sposo, l’amico della Sposo, colui che ne predispone le nozze.  Non è lui lo sposo, ma come amico “è presente e ascolta, esulta di gioia alla voce  dello Sposo”. Poi, meditando, dice che proprio adesso, per quella presenza di Gesù, la  sua gioia è piena, ormai tocca a Gesù “crescere, mentre sta a lui diminuire”. 

Giovanni “viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra”. Il suo agire è di simboli che indicano, sono solo terreni, come già aveva detto del suo battesimo  di acqua, di purificazione simbolica di contro a quello nel fuoco della Spirito di Gesù. È Gesù, lo Sposo (il ruolo profetico indicava così Dio stesso), è lui che “viene dal  cielo ed è sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito”.  Giovanni è il precursore, precede e indica, così adempie in pienezza ciò che gli è  dato dall’alto, compie la sua missione: è invece il Signore Gesù che rivela, che comunica  la realtà che gli è propria perché “viene dal cielo”.

Il Battista è, per la liturgia, vera figura dell’Avvento che ci introduce al mistero di Gesù, non semplicemente a quello della sua umanità bambina, ma al dono di creazione nuova: nella sua morte e resurrezione è trasformata, fatta nuova nella grazia, ogni cosa.

Don Giovanni Milani