STORIE DELLA LINGUA ITALIANA:
LA VOLPE DALLA COSA DI PAGLIA

volpeEsopo, celebre scrittore greco vissuto nel 600 a.C., narra la sventura di una volpe che disgraziatamente rimase intrappolata in una tagliola, allarme spoiler: perdendo così la sua cosa.

Quale cosa? Ma si dai, quella cosa che stringeva tra le mani. No, forse si tratta di quello che portava come pendente alle orecchie. Ma quale pendente! La volpe non ha certo i buchi alle orecchie. Quella cosa che capita una volta al mese ai mammiferi di sesso femminile?

Fatto sta che la piccola bestiola, sofferente e impaurita riuscì in gran parte a liberarsi, ma durante fuga la cosa venne deturpata dalla morsa, tanto da restare menomata e priva dell’emblema della propria bellezza. Imbarazzata, si costruì una cosa di paglia sperando di non essere scoperta dagli altri animali. Un gallo qualche tempo dopo fece girare la voce, per cui i contadini piazzarono dei fuochi all’esterno dei pollai. Da quel giorno la povera volpe non poté più cacciare per paura di bruciarsi la cosa di paglia ed essere quindi scoperta.

Essere donne porta alcuni problemi con cadenza mensile, una certa nevrosi e la piagnucolata facile. La volpe perdendo le sue cose però non perse il caratteraccio. Tutto ciò ha una spiegazione, la volpe non perse la sua cosa, quanto piuttosto una consonante: si trattava di coda e non di cosa. Spesso una consonante può salvarci la vita oppure rovinarcela, lo sanno bene Tomas Turbato e Bianca Macchia.

pagliaQuindi la storia della volpe è la medesima sovra riportata, solo che occorre sostituire la s con la d: il racconto narra la sventura di una volpe che disgraziatamente rimase intrappolata in una tagliola, perdendo così la sua coda. La piccola bestiola, sofferente e impaurita riuscì in gran parte a liberarsi, ma durante fuga la cosa venne deturpata dalla morsa, tanto da restare menomata e priva dell’emblema della propria bellezza. Imbarazzata, si costruì una coda di paglia sperando di non essere scoperta dagli altri animali. Un gallo qualche tempo dopo fece girare la voce, per cui i contadini piazzarono dei fuochi all’esterno dei pollai. Da quel giorno la povera volpe non poté più cacciare per paura di bruciarsi la coda di paglia ed essere quindi scoperta.

Metaforicamente parlando, la volpe aveva la coda di paglia, espressione che sta a significare la sensazione di chi sa di avere combinato qualcosa e teme di essere scoperto, come nel caso della volpe che mentiva sulla propria bellezza artificiale e iniziò temere che gli altri animali scoprissero l’esistenza della sua “protesi di paglia”.

Martina Panzeri

>Leggi qui le altre Storie della Lingua Italiana