GIOCO D’AZZARDO, PASQUINI
SU LUDOPATIE E BILANCIO
DEL CASINO’ DI CAMPIONE

Pasquini AntonioLECCO – In tema di gioco d’azzardo riportiamo la relazione letta dal consigliere Antonio Pasquini durante l’ultimo consiglio provinciale. Pasquini presenta il bilancio 2012 della casa da gioco confrontandolo con l’anno precedente e interviene in merito alla questione della gestione delle ludopatie, problema salito agli onori di cronaca negli ultimi tempi dopo l’enorme diffusione delle slot machine nei bar:
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Ci sono tre modi per affrontate la questione  del gioco in Italia. Il primo è far finta di nulla, come se non esistesse, lavandosi la coscienza,  senza tenere in considerazione che questo atteggiamento favorirebbe il gioco clandestino e la rinascita di bische, soprattutto in questa epoca in cui la gente aggirerebbe facilmente il divieto giocando on line con provider di altre parti del mondo.

Il secondo è quello che ha usato lo stato italiano negli ultimi venti anni: una fitta produzione legislativa spesso contraddittoria avente come unico obiettivo il “fare cassa” e soprattutto redatta con suggerimenti non proprio istituzionali, ovvero le varie lobby delle vlt. Non è  un problema di destra o sinistra chiunque sia stato in parlamento negli ultimi  anni  ha commesso una deregolamentazione disastrosa che ha portato il fenomeno del gioco a livelli  impressionanti, dove l’unica inversione degna di nota che si possa registrare è il decreto Balduzzi del 13 settembre scorso.

Il terzo modo , quello più difficile ma serio, è quello che stanno adottando le amministrazioni locali cercando di regolamentare per mettere un freno alla ludopatia che porta alla rovina molte persone.

Proprio con la consapevolezza di dover intervenire per la tutela dei cittadini, dei minori e delle famiglie di chi è affetto da ludopatia, il casinò di Campione ha messo in atto il progetto “Save the game”. E’ parere ormai condiviso che la strada da seguire sia quella intrapresa dagli altri paesi europei, ovvero limitare fortemente i punti gioco creando dei luoghi appositi dove ci sia un forte controllo e la possibilità di inibire il giocatore compulsivo.

Voglio ora presentarvi un quadro sintetico ma esaustivo dei conti del casinò, prima però vorrei sottolineare due aspetti che esulano dalle nostre competenze, ma incidono pesantemente sui nostri conti:  non bisogna dimenticare che ora la casa da  gioco si trova ad operare in un contesto molto negativo dove negli ultimi dieci anni l’offerta è aumentata in maniera spropositata – anche se il casinò di Campione è in controtendenza ed in questa dimensione di difficoltà generale è diventato  il primo casino d’Italia sia per volume che per ingressi, come appare dai dati del luglio 2013  che, se confermati, nel corso dell’anno ci permetteranno di arrivare al pareggio di bilancio – e l’altra questione da tener presente è che il cambio euro-franco ha appesantito i costi di gestione, dato che per il 70% di questi viene pagato in franchi svizzeri.

Venendo ai conti veri e propri del casinò: l’esercizio 2012 si chiude con un deficit di 27.603.140 euro, non dimentichiamoci che nel 2011 il disavanzo era di 40.2514412. La notevole differenza tra i due esercizi si deve alla riduzione della quota dei proventi trattenuti dal comune che passa da 51.886 nel 2011 a 2.898 nel 2012, inoltre, e devo ringraziare chi mi ha preceduto, si deve anche a una politica di contenimento della spesa ,soprattutto per quanto riguarda il personale  che, se mi permettete, rappresenta con contratti che non hanno più ragione di essere, e che nel 2012 ha registrato  una diminuzione di sette milioni di euro e nel 2013 grazie al contratto di solidarietà stipulato con i dipendenti nell’ottobre 2012  avremo un risparmio di circa 18 milioni di euro. Si consideri inoltre che un cambio euro franco a 1,4 come nel 2010, avrebbe prodotto un utile di 1,8 milioni di euro.

I costi netti di gestione si sono attestati a 83 milioni di euro, mentre nel 2011 erano pari a 91 572 milioni. Un ottimo risultato di contenimento della spesa che ,lo ripeto, a fine esercizio 2013 dovrebbe portarci ad avere il pareggio in bilancio.

I proventi dal gioco, invece, sono diminuiti da 108 milioni di euro nel 2011 a 90 milioni nel 2012.

La situazione, nonostante gli interventi fatti, rimane difficile e desta non poca preoccupazione, però è bene sottolineare anche che a partire dal 2012 si è invertita la rotta. Il consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato hanno attuato una difficile opera di risanamento dei conti del casinò e il recupero della credibilità della casa da gioco. Mi permetto  di ringraziare il mio predecessore e l’amministrazione provinciale rappresentata dal presidente Nava che hanno supportato questa linea non facile di risanamento. Un risultato ottenuto da un proficuo lavoro di squadra. Colgo l’occasione, inoltre, per ricordare che il casinò di Campione per volumi è la prima casa da gioco italiana e ha aumentato gli  ingressi del  due per cento, sicuramente un ottima notizia.

Permettetemi infine di fare un appunto: in altre case da gioco stanno pensando alla privatizzazione, come ad esempio a Venezia, noi invece stiamo eseguendo una difficile opera di risanamento dei conti per arrivare, a fine 2013, alla creazione di una nuova società che abbia come socio unico il comune di Campione, come espresso dalla volontà della Provincia nel luglio scorso“.

Antonio Pasquini