IL PUNTO SULLA CANNABIS LIGHT
IN ITALIA: STATO, RISCHI E NECESSITÀ

La cannabis light in Italia è in grado di muovere un potenziale business in continua crescita che fatturerebbe circa 44 milioni di euro all’anno, in base a quanto evidenziano le ricerche sul mercato. La condizione è, però, quella di affidarla al mercato legale e dunque di attuare una politica che regolamenti opportunamente la qualità del prodotto, valuti i principi attivi contenuti nella cannabis light, stabilisca le norme di vendita e utilizzo e, soprattutto, contrasti efficacemente la vendita illegale.

Dal 14 gennaio 2017, in Italia è entrata in vigore la legge 242/2016, secondo cui è consentito coltivare e vendere canapa sativa depotenziata, cioè una varietà geneticamente modificata e che contiene concentrazioni di THC molto basse: i limiti consentiti dalla legge sono tra lo 0,2 e lo 0,6%. Il motivo è legato agli effetti psicotropi, psicoattivi e stupefacenti che una quantità superiore di THC può generare nel consumatore.

La cannabis light, piuttosto, contiene grandi quantità di CBD, un metabolita non psicoattivo, che non dona assuefazione e dalle naturali proprietà rilassanti, antiossidanti e antinfiammatorie (motivo per cui è sottoposto all’attenzione della comunità medica e scientifica). È in grado di favorire la conciliazione del sonno e di calmare gli stati di ansia e panico.

Anche l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha più volte marcato l’intento di escludere il CBD dalle tabelle delle sostanze vietate, dopo aver accertato le sue proprietà terapeutiche e l’assenza di effetti psicoattivi.

Questo tipo di cannabis sativa light – l’unica che si può coltivare in Europa – è legale e si può acquistare nei molti punti vendita autorizzati e specializzati che hanno aperto in Italia o presso gli e-commerce online, come Canapafarm.eu, shop online di cannabis legale. Si tratta di prodotti – tra i più venduti online – che non creano i tipici effetti delle sostanze stupefacenti, dunque non è soggetto a sanzioni il venditore che li commercializza. Inoltre, Canapafarm garantisce per i suoi prodotti il rispetto degli standard qualitativi e a norma di legge.

La canapa è anche un prodotto ecosostenibile e biologico, dal momento che non richiede l’utilizzo di fertilizzanti nella sua coltivazione; è una varietà di pianta che non crea danni all’ambiente, richiede poca acqua e non spreca risorse.

La legislazione in Italia sulla cannabis light

Il testo di legge n°242 del 2 dicembre 2016 – che sancisce le “disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” – risulta incompleto, poiché non fa riferimento agli utilizzi delle infiorescenze, delle radici e delle foglie della canapa. Secondo quanto stabilito dalla legge, dunque, la canapa sativa può essere utilizzata per:

  • alimenti e cosmetici;
  • materiale per la bonifica di siti inquinanti;
  • coltivazioni per attività didattiche e/o dimostrative;
  • oli, carburanti, canapulo, fibra, semilavorati, polveri, per uso industriale;
  • materiali per bioingegneria e bioedilizia;
  • coltivazioni per florovivaismo.

Per quanto riguarda il coltivatore, i suoi obblighi per non rischiare di essere multato sono:

  • acquistare semi con certificazione europea per coltivare piante con THC inferiore allo 0,6%;
  • conservare l’etichetta dei semi acquistati e le fatture per almeno 12 mesi.

Un decreto interministeriale emanato a gennaio scorso, inoltre, ha posto dei freni sulla regolamentazione in merito a cosa e come possa essere coltivato della cannabis: ad esempio, alcuni prodotti con CBD entro un certo limite rientrano tra i farmaci, altri ancora come integratori naturali.

Lavorare ad una legislazione ad hoc per la vendita di cannabis light e dei suoi derivati è ora più che mai fondamentale e necessario: legalizzare la cannabis leggera vuol dire sottrarre campo al narcotraffico della criminalità organizzata, che da sempre nutre le sue tasche con la vendita illegale di marijuana, oltre che tutelare la salute dei minorenni che ne fanno uso.

A diminuire sarebbe anche la coltivazione illegale di piantine, sebbene ad uso personale, e il conseguente sequestro di marijuana illegale. È quello che ha dimostrato uno studio pubblicato su European Economic Review sugli effetti della legalizzazione della cannabis light: nei luoghi in cui hanno aperto i cannabis shop, i sequestri di marijuana sono decrementati dell’11% per ogni rivenditore legale di cannabis attivo.