Con l’approssimarsi delle stagioni fredde dell’anno, arriva il momento di pensare a come migliorare l’efficienza della risposta immunitaria. Non bisogna cadere nell’errore di pensare che i malanni autunnali e invernali siano dovuti soltanto alle basse temperature. Il termometro che si abbassa può impattare sul sistema immunitario, definibile come una vera e propria rete di cellule e organi ad alta specializzazione avente il compito di difendere l’organismo umano dagli attacchi di organismi patogeni, rendendolo meno reattivo, ma questo non basta per ammalarsi.
Tra i fattori che intervengono, un ruolo cruciale è da attribuire alla vitamina D. Conosciuta anche come vitamina del sole – l’esposizione ai raggi UV favorisce la sua sintesi da parte della cute – è chimicamente definibile come un pro-ormone e contribuisce a diversi aspetti fondamentali per la salute.
La vitamina D è infatti essenziale ai fini del deposito del calcio nelle ossa e dell’assorbimento del fosforo, minerale che favorisce la trasformazione del cibo in energia.
Di recente, grazie a diversi studi, è stato possibile scoprire il suo essere decisiva per la modulazione della risposta immunitaria, sia innata sia adattiva. Presente in alimenti come il pesce azzurro e il tuorlo d’uovo, ma anche nei latticini, yogurt in primis, in caso di conclamata carenza può essere integrata con integratori difese immunitarie (i supplementi in questione, acquistabili online in pochi click su portali certificati come quello di Farmacia CEF, anche se non sono farmaci andrebbero assunti solo dopo aver consultato il proprio medico curante).
Gli integratori possono rivelarsi utili non solo in caso di alimentazione squilibrata, ma anche per ovviare all’ostacolo della scarsa esposizione solare che caratterizza le giornate autunnali e invernali, nel corso delle quali si passa, per forza di cose, tanto tempo al chiuso.
Si tratta di accorgimenti ai quali è importante fare attenzione in quanto, come ci hanno permesso di scoprire i dati epidemiologici degli ultimi anni, la carenza di vitamina D è associata a un incremento di quella reazione anomala che è l’autoimmunità – il sistema immunitario reagisce direttamente contro i suoi componenti – e a una crescente suscettibilità alle infezioni, in particolare quelle che colpiscono le vie respiratorie alte. Bassi livelli sierici di vitamina D sono altresì correlati a una maggior vulnerabilità all’influenza.
Per dare qualche numero sul suo dosaggio ideale, è possibile citare uno screening nazionale risalente al 2019 e curato da esperti della University of Colorado e dalla School of Medicine di Boston. Questi studiosi hanno scoperto che, a fronte di livelli sierici di vitamina D inferiori ai 10 ng/ml, è possibile parlare di un rischio più alto del 40% di andare incontro a infezioni virali che coinvolgono le vie respiratorie.