A CINQUE ANNI DALLA MORTE.
“TIRA UN VENTO CHE SA DI MARE
OGGI A BULCIAGO DA VIK”

Caro Direttore

Tira un vento che sa di mare. Di acqua di mare e orizzonti liberi.
Oggi a Bulciago, domenica 24 aprile 2016.

fondazione Vik BulciagoC’è dentro lo sguardo di Vittorio Arrigoni, Vik, ma non è solo, non è solo lì seduto sul porto di Gaza a guardare un confine senza confine, una bandiera senza simboli, un segno nell’utopia.
Tira un vento che sa di mare oggi a Bulciago, fuori sul cortile di una scuola elementare intitolata a Don Milani, un altro partigiano, piena di occhi, braccia e cuori, di sguardi che Vik Arrigoni ha messo assieme, messo insieme non solo, non proprio solo da 5 anni, quando di questi giorni – era il 15 aprile – occhi miopi e mani da fili tirati, lo hanno strappato al mare, alla sua terra di Gaza e, ancor più miopi di chi non vuole capire, di chi non sa nulla di vento e semi, aveva pensato che così spezzandogli la vita, di portarcelo via del tutto, per sempre.

Tira un vento che sa di mare oggi a Bulciago perché quei semi avevano già germogliato nel solco delle coscienze, sopra le onde di una stazioneradio sempre meno lontana, sempre più chiara, sempre più Radio londra, che è stata la sua Guerrilla radio, dentro le cronache di articoli di giornale, le uniche cronache da quel lager a cielo a aperto che è ancora Gaza City, a quel Calvario che è ancora la Palestina, tra militari israeliani, Kapo e sempre troppi, troppi poveri cristi.

E allora questo vento che sa di mare, oggi a semi più leggeri, più gracili, ma sono tanti ed hanno le facce di ragazzi e ragazze, uomini e donne, italiani e fratelli di altri posti dove si sente lo stesso vento, lo stesso mare, gente che si conoscono senza conoscersi.
Non si conoscono ma si Riconoscono. Ci riconosciamo
Vik Arrigoni, che guardava il mare ha portato il vento anche qui.
mamma VKE sta dentro le parole di sua mamma Egidia Beretta che è in Viaggio con Vittorio, dentro scuole, sale, piazze di ogni città per raccontare l’Utopia che Vik praticava ogni giorno, dentro i fumetti di Stefano Piccolo e le parole e la poesia in video di Fiorella Mannoia, dentro i farmaci e quei pacchi

di viveri che l’Associazione Music for Peace, da anni, porta dall’altra parte del mare, in quella terra che è Gaza e la Palestina che ha visto Vik Arrigoni farsi maestro, compagno, amico e fratello, farsi palestinese tra i palestinesi.

E allora oggi è anche qui che si scrive con l’acqua del mare, che modella le pietre, con il vento che sparge ma non disperde i semi che, ancora una volta, si prova a declinare a sentire il profumo, ad aspettare la Pasqua del Restiamo Umani.

Il volto di ognuno, i passi che sono da seminatori di grano. Un puzzle di ognuno che fa un quadro con il passo dell’altro.
Che si muove come l’onda del mare e il vento che si sente qui a Bulciago.
Un Restiamo umani, antibiotico, medicina, prevenzione, anticorpo alla sopraffazione dei deboli e diversi, alla vigliaccheria e miopia di allearsi con il più forte del momento,
nell’ignoranza che genera razzismo, piombo fuso e miopia.

“Perché la natura grida forte che cosa bisogna fare, la società pure,ma gli uomini ancora tutti non capiscono e si fanno il male con le loro mani”
come ci ricordava Alcide Cervi “i miei sette figli”.

vik palloncini

E allora quei passi che oggi hanno addosso il vento e nelle impronte i semi, dopo il volo di palloncini verdi, neri, rossi e bianchi si danno appuntamento qui a Bulciago l’anno prossimo, perché hanno una semina e un viaggio da continuare, per poi tornare come oggi per ricordarlo, onorarlo e respirare ancora l’ossigeno delle sue parole, delle sue azioni, dei suoi sogni.
Una festa, una speranza, il futuro che si costruisce passo a passo… in cammino per restare umani.

Il seme che germoglia, l’acqua che disseta, il cibo che nutre, il ponte che unisce, le spalle larghe che proteggono, le idee che cammino ovunque.
Per Restare Umani, o per tornare ad esserlo.

Ciao Vik

vik

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