ARANCIA MECCANICA A CALOLZIO,
IL FIGLIO EMANUELE:
“PICCHIATA SENZA UMANITA’ “

emanuele crucianiLECCO – Una violenza gratuita, inspiegabile ai danni di una persona indifesa. “Mia mamma è stata picchiata al limite dell’umanità”. Emanuele Cruciani ancora non capisce perché la notte tra mercoledì e giovedì i malviventi abbiano fatto irruzione nella casa popolare di sua madre a Calolziocorte, malmenandola e rapinandola. Per ora Anna Maria Pia, 60 anni a settembre, si trova ancora all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, nel reparto di chirurgia generale, probabilmente fino ai primi giorni di settimana prossima. “È ancora molto provata – spiega il figlio – ci vorrà del tempo prima che riesca a superare questo brutto momento. È sotto choc, ma siamo fiduciosi perché sta migliorando. Però quando è arrivata in Pronto soccorso aveva parecchie ferite, tra cui una seria all’occhio, infatti si pensava potesse rischiare la vista. Fortunatamente invece è meno grave del previsto”.

La donna ha riportato la frattura di quattro costole, uno zigomo, il volto tumefatto e sei punti di sutura alla nuca, oltre a varie escoriazioni su tutto il corpo, il tutto dovuto alla brutalità con la quale i delinquenti l’hanno immobilizzata, picchiata e minacciata per farsi consegnare oggetti di valore. “Mia mamma è stata sorpresa di notte – racconta Emanuele –: loro avevano il volto coperto, infatti non li ha visti in faccia, e le hanno chiesto del denaro”. Lei però non lo aveva con sé e per la donna sono iniziati i minuti più brutti della sua vita, un vero incubo fatto di calci e pugni su ogni parte del corpo per farla desistere e cercare di incrementare un povero bottino. “L’hanno picchiata e immobilizzata in qualche modo, con le lenzuola che hanno trovato – continua il figlio –. Lei ha provato a chiedere aiuto, ma essendo anche imbavagliata nessuno l’ha potuta sentire negli appartamenti vicini. Ha cercato quindi di dare ai ladri quello che poteva: il portafoglio, una catenina che aveva indosso e la sua auto in garage per poterli allontanare. Loro sono scesi, ma non riuscendo ad aprire il cancello sono risaliti chiedendo istruzioni e mia mamma gli ha spiegato come uscire. Poi fortunatamente se ne sono andati definitivamente”.

In pochi minuti Anna Maria è riuscita a liberarsi e ha citofonato a un vicino che subito ha contattato Croce rossa e carabinieri. “Io sono andato subito a casa sua insieme ai carabinieri, mentre mia sorella è stata con lei in Pronto soccorso – precisa Emanuele –. Siamo arrabbiati e confidiamo nelle indagini degli inquirenti, che stanno svolgendo un ottimo lavoro. Abbiamo totale fiducia in loro e speriamo che i malviventi vengano presi e puniti, non lasciati andare subito, vanificando così il lavoro degli investigatori”.

Fabio Landrini