COLPI DI SCENA AL PROCESSO
SUL CASO DEL PONTE DI ANNONE,
QUEL “FIGLIO DI NESSUNO”…

LECCO – Un’udienza davvero speciale e piena zeppa di colpi di scena e sorprese di ogni genere, quella di oggi per l’inchiesta sul crollo del ponte di Annone sulla 36, costato la vita a un civatese e conseguenze lunghe e pesanti per la circolazione stradale e le casse pubbliche.

Anzitutto, la sede particolare in cui si è tornati a dibattere (l’aula delle assemblee della Camera di Commercio cittadina – nell’immagine di archivio, qui a destra).

Poi l’accusa, incarnata non già dal titolare del processo Andrea Figoni (foto a sinistra) – fermato dalla positività al Covid – bensì dal capo pro tempore della procura di Lecco, Piero Basilone.

Colpi di scena, si diceva: quello numero uno della giornata potrebbe essere la definizione di “figlio di nessuno” circolata in merito alla struttura crollata a fine ottobre del 2016, quel cavalcavia lungo la Superstrada che ad oggi non si riesce ad attribuire con chiarezza, in termini di “competenza”.

Ad avvalorare tutti i dubbi in proposito ci ha pensato Pietro Baratono, funzionario membro della commissione speciale voluta all’epoca dal Ministero di allora, Del Rio. La parte inferiore del ponte è dell’Anas, mentre sopra il manufatto “dovrebbe” appartenere alla Provincia di Lecco. Un problema di definizione che è tutt’altro che secondario, per poter delineare appunto competenze, responsabilità e in definitiva le colpe dell’accaduto.

Non aiuta poi l’ulteriore problema registrato in giornata, relativo a una firma, oggetto di contestazioni in un atto collegato alla spinosa vicenda dibattuta in aula.

L’udienza è stata poi aggiornata a gennaio del 2021.

RedGiu