L’IMPORTANZA DELLE COMPETENZE INTERCULTURALI

In uno scenario sempre più uniforme e convergente, acquisire competenze interculturali è fondamentale per comunicare evitando i conflitti

Scegliere di fare un’esperienza all’estero, di studio o di lavoro, rappresenta una grande opportunità per diversi motivi.

Uno dei più importanti è che incoraggia l’apertura mentale tra persone diverse e allontana gli stereotipi negativi. Le diverse culture hanno credenze e interessi propri che possono essere condivisi per offrire modi alternativi di approcciarsi alla realtà.

Le persone provenienti da culture diverse possono offrirci diverse conoscenze su cibo, lingua, musica, arte e letteratura, storia, religione e altro ancora. La diversità e il multiculturalismo sono capaci di arricchire le società e ampliare le coscienze non solo dei singoli individui, ma anche dei popoli.

Che cosa occorre, per proporsi presso una struttura di studio oppure per un’azienda estera se desideriamo arricchire il nostro curriculum vitae di esperienze che saranno certamente utili per la nostra vita professionale?

La prima e più importante operazione da fare è senz’altro creare un Cv in inglese, perché questa è la principale lingua di scambio universalmente riconosciuta in tutto il mondo.

Il secondo e non meno importante requisito che occorre per trarre il massimo vantaggio da un’esperienza all’estero è sviluppare le proprie competenze interculturali, vale a dire la capacità di entrare in comunicazione in modo corretto con le persone che sono di cultura diversa.

L’acquisizione di competenze culturali è diventata una vera necessità, come sottolineato nei documenti del Consiglio d’Europa e dal Programme for International Student (PISA) Assessment promosso dall’Organizzazione per la  Cooperazione e Sviluppo Economico (OCSE) in uno scenario sempre più interconnesso su scala globale.

Cosa sono e come si possono sviluppare le competenze interculturali?

Secondo la definizione dell’ American Council of Education, le competenze culturali sono

Un’ampia gamma di attività intellettuali ed esperienziali volte ad aiutare gli individui a comprendere l’ambiente globale in cui vivono, a comunicare al di là delle frontiere e ad acquisire una comprensione dei sistemi culturali, sociali e politici di altre nazioni e delle interazioni tra di esse“.

Per sviluppare le proprie competenze interculturali, occorre considerare almeno tre fattori:

  • La dimensione cognitiva della competenza interculturale, che comprende la consapevolezza interculturale, la conoscenza generale e le conoscenze culturali specifiche.
  • La dimensione affettiva della competenza interculturale, costituita dalla curiosità di un individuo verso l’altra cultura, la flessibilità cognitiva, la motivazione all’apprendimento e l’apertura mentale.
  • La dimensione comportamentale della competenza interculturale, che comprende la capacità di comunicare con persone di culture diverse, l’ascolto, la risoluzione di problemi, l’empatia e la raccolta di informazioni.

La piramide delle competenze interculturali di Deardoff

Darla K. Deardorff, ricercatrice e direttrice esecutiva dell’AIEA (Association of International Education Administrators) ha sviluppato il “modello piramidale” che riguarda le competenze interculturali.

Questo modello indica come la dimensione cognitiva e quella comportamentale richiedano

determinate disposizioni attitudinali e come, nel loro insieme, gli elementi attitudinali, cognitivi e comportamentali mirino a produrre due tipi di risultati:

Risultati Interni, cioè lo sviluppo della flessibilità, dell’adattabilità, dell’empatia e di una visione etnorelativa, cioè che non riconosce nessuna superiorità a nessun tipo di cultura, ma tutte sono equivalenti.

Risultati Esterni, vale a dire comportamenti e comunicazioni efficaci comunicazioni efficaci e appropriate nel contesto dell’interazione interculturale

Per inquadrare le diverse dimensioni cognitive e attitudinali Deardoff propone a 5 categorie: vediamole partendo dalla base della piramide:

Requisiti attitudinali

  • Rispetto (valorizzazione delle altre culture e della diversità culturale)
  • Apertura (all’apprendimento interculturale e alle persone di cultura diversa, senza giudicare)
  • Curiosità e scoperta (tollerare l’ambiguità e l’incertezza)

Competenze (Skills)

  • Ascolto
  • Osservazione
  • Interpretazione
  • Analisi
  • Valutazione
  • Relazione

Conoscenza e Comprensione

  • Consapevolezza culturale
  • Profonda conoscenza e comprensione della cultura (che comprende il contesto, il ruolo e l’impatto della cultura e delle diverse visioni del mondo)
  • Informazioni specifiche sulla cultura
  • Consapevolezza sociolinguistica (essere consapevoli della correlazione tra fenomeni linguistici e fattori sociali)

Risultati Interni Desiderati

  • Adattabilità (ai diversi comportamenti e modi di comunicazione, e quindi la necessità di regolazione)
  • Flessibilità (di tipo cognitivo, e cioè l’opportuna selezione dei comportamenti e modi di comunicazione idonei)
  • Etnorelativismo (accettazione, adattamento ed integrazione rispetto alle differenze culturali)
  • Empatia (vale a dire la capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro)

Risultati Esterni desiderati

  • Comportarsi e comunicare con efficienza e in modo appropriato (basato sulla conoscenza, capacità, e attitudini individuali che riguardano l’interculturalità) per raggiungere in qualche misura i propri obiettivi

Le competenze interculturali, quindi, non sono innate, ma sono da coltivare attraverso lo studio e le esperienze personali, incontrando persone di culture diverse, apprendendo altre lingue, documentandosi sulle diversità culturali, e soprattutto accostandosi ad esse con atteggiamento aperto e non giudicante, e con la volontà di comprendere e valorizzare chi è diverso da noi, perché per loro i diversi siamo noi.

Acquisire la capacità di gestire la relazione con le persone di cultura diversa esige molta volontà, energia e fiducia nell’altro, ma è un investimento al quale non possiamo sottrarci se vogliamo costruire una società dove le differenze rappresentano un valore e non motivo di conflitto.