4 NOVEMBRE E MILITE IGNOTO,
AUTORITÀ RIUNITE A LECCO.
IL DISCORSO DEL SINDACO

LECCO – Discorso del Sindaco di Lecco in occasione del Centenario del Milite Ignoto nella Giornata delle Forze Armate e del Combattente, dell’Unità Nazionale, del Decorato al Valor Militare e dell’Orfano di Guerra.

Buongiorno a tutti.
Rivolgo i miei saluti a tutti i presenti, alle Associazioni e Amministrazioni di Stato qui rappresentate e alle Autorità intervenute: la Vice Prefetto della provincia di Lecco Laura Maria Motolese, il signor Questore di Lecco Aldredo d’Agostino, il Vice Presidente Vicario della Provincia di Lecco Bruno Crippa.

Oggi, 4 novembre 2021, celebriamo il 100° anniversario dalla deposizione del “Milite Ignoto” presso l’Altare della Patria. Una ricorrenza importante che l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) ha voluto ricordare ai Sindaci di tutti i comuni italiani segnalando, in particolare, l’iniziativa commemorativa promossa dal Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia e finalizzata alla possibilità di conferire al “Milite Ignoto”, in ciascun comune d’Italia, la Cittadinanza Onoraria. Una proposta che ben si è integrata con i suggerimenti avanzati dalle Associazioni d’Arma e dalle associazioni dei famigliari, nonché da altre associazioni e gruppi sociali operanti nel territorio, quale il Comando Provinciale di Lecco della Legione Carabinieri “Lombardia”. Su tale proposta, e anche su raccomandazione di alcuni Consiglieri, in data 17 giugno 2021, il Consiglio Comunale di Lecco ha discusso e deliberato il conferimento della Cittadinanza Onoraria al “Milite Ignoto”, cui è seguita la cerimonia ufficiale e formale dello scorso 27 ottobre 2021.

Quest’anno ricorre anche il 95° anniversario del Monumento ai Caduti della Grande Guerra, davanti al quale oggi ci troviamo riuniti. Era il 24 ottobre 1926 quando il duca d’Aosta, affiancato dall’onorevole Teruzzi e dallo scultore Giannino Castiglioni, autore dell’opera, arrivò in città per inaugurare questo monumento posizionato sul lungolago, nella località detta “degli alberi”, vicino alla foce del corso d’acqua Caldone. La stampa del tempo, come ci ricorda il giornalista Aloisio Bonfanti, scriveva: “La data sacra ed indimenticabile è stata solennemente celebrata nella nostra città. Un lunghissimo corteo percorse le vie cittadine, raggiungendo il monumento ai Caduti per un minuto di commosso silenzio per deporre fiori, per ascoltare la lettura del Bollettino della Vittoria, ed altro ancora”.

In quest’occasione, memori di quanto è stato, siamo chiamati a ricordare i terribili avvenimenti della Grande Guerra, un conflitto di dimensioni epocali che costò all’Italia 1 milione e 200 mila morti, di cui 600 mila soldati partiti per il fronte e mai più tornati, 1 milione di feriti in combattimento di cui 500 mila mutilati, 5 milioni di reduci. Un Paese piegato di fronte alla tragedia della guerra, che contava la perdita di padri, figli e fratelli e che si trovava a fare i conti – in molti casi – con l’angoscia della privazione senza poter avere una salma da vegliare né un luogo dove piangere il proprio caro. In questa cornice, tre anni dopo la fine del conflitto, una speciale Commissione di Decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, ufficiali, sottoufficiali, graduati e militari di truppa individuò i resti di undici soldati non identificati provenienti dai principali campi di battaglia della Grande Guerra: nell’ottobre del 1921 le undici bare furono accolte nella Basilica di Aquileia. Fu qui che Maria Maddalena Bergamas, una donna friulana e madre di Antonio, un soldato caduto e disperso, compì un gesto altamente simbolico a nome della comunità tutta indicando una delle 11 salme come quella di suo figlio. Quel feretro giunse a Roma il 2 novembre di quell’anno, su uno speciale convoglio ferroviario, scortato da due ali di folla che, per la prima volta dopo i terribili anni della guerra, si ritrovava in un grande rito collettivo. Dopo aver ricevuto l’omaggio di centinaia di migliaia di cittadini, tanto da richiedere 15 carrozze per raccogliere i fiori e le corone lanciate dalla gente nei 4 giorni del trasporto, il corpo del “Milite ignoto” venne sepolto all’Altare della Patria il 4 novembre 1921, in una partecipazione corale e ininterrotta della popolazione.

Un gesto per commemorare il sacrificio dei caduti in guerra e ricordare il valore dei combattenti ma anche affinché non si dimenticasse l’orrore della guerra: perché, allora come ora, poco importa se contro il nemico si fosse vinto o perso. Di fronte alla morte, alla perdita, al lutto e alla povertà siamo tutti sconfitti.

Davanti a quel soldato inizialmente “di nessuno” ma percepito poi come “di tutti”, non può che prevalere oggi in noi un sentimento di pietà per quanti, civili e militari, perirono nella Grande Guerra, per quanti si trovarono a dover affrontare il vuoto della mancanza, per coloro che dovettero ricominciare d’accapo.

Con questo animo, e con questo monumento a lui dedicato, la Città di Lecco commemora il “Milite Ignoto”.
Grazie.

Mauro Gattinoni
Sindaco di Lecco
4 novembre 2021