MONDO DELL’ALPINISMO IN LUTTO
PER ROMANO PEREGO.
NEL ’61 SUL MCKINLEY CON CASSIN

LECCO – Lutto nel mondo della montagna per la morte di Romano Perego, ragno meratese classe 1934. Aveva 84 anni e accanto a Riccardo Cassin aveva fatto la storia dell’alpinismo e dei maglioni rossi: nel 1961 salì il McKinkley, l’anno dopo partecipò alla scalata dell’Eiger. Romano Perego lascia la moglie e i due figli. I funerali giovedì 14 febbraio nelle chiesa di Calco.

Così scriveva di lui Fabio Palma nel 2015, in occasione dell’80esimo compleanno:

Settimana scorsa sono andato a trovare Romano Perego, appena operato al cuore e il giorno prima della mia visita arrivato a compiere 80 anni. Non giro troppo intorno alle cose, lo dico subito: mi piacerebbe arrivare a 80 anni, ma ancora di più mi piacerebbe arrivarci come ci è arrivato lui. E non solo perché soltanto verso gli 80 ha cominciato ad avere problemi di salute, questa speranza sarebbe banale. No, il vero motivo è che Romano è la testimonianza vivente di come si possa superare una certa età rimanendo lucidi, sereni, obiettivi, veri senza ritagliarsi intorno cortine di idolatria e maschere spara-sentenze molto molto arrotolate sul preambolo: “ai miei tempi—oggi non è più così—oggi non si soffre più…” e altre simili insulsaggini.

Romano è uno dei più grandi ragni di tutti i tempi, affermazione a prova di critica. Come Annibale Zucchi, per esempio. Di Romano dicono che fosse uno di pochissime parole, che andava come un treno, con cui era impossibile trovarsi male. L’ultima descrizione la si verifica subito, ci parli insieme e ti trovi proprio bene. La penultima…beh, basta dare un’occhiata al curriculum! Decisivo al Mc Kinley, nel 1963 ha già all’attivo le Nord del Cervino, Grand Jorasses ed Eiger, primo italiano con Mellano e Perego. E dice anche quello che tutti sanno ma nessuno osa dire: la Nord dell’Eiger, per la via normale, è brutta e facile. Solo, pericolosa. Come direbbe oggi uno di noi, una gran ragliata… Beh, giù il cappello a chi osa dire quelle che pensa infischiandosene delle opinioni altrui.

E poi va in Afghanistan a salire una cima isolatissima (vera avventura, quella), sempre insieme ad Andrea Mellano, che fra l’altro, per averlo conosciuto in una serata, è proprio come Romano: buono e simpatico.

Rimaneva da commentare il fatto che fosse di poche parole: beh, certo non ora. Gli occhi gli si illuminano quando parla di montagna, e parla con un sacco di entusiasmo. La moglie mi dice, sapesse quanto è disordinato… si ricorda solo le cose di montagna.

Grande, grande Romano. Viva la vecchiaia, quando rimani così giovane dentro