ANCHE CARTA VETRATA SCRIVE
LA SUA LETTERA DI FINE ANNO

Care concittadine e cari concittadini.

E’ con animo sereno, ma non scevro dalle mille preoccupazioni che vengono dal paese e dalla società, che mi appresto a questo saluto a ridosso della fine d’anno. Un anno, bisogna dirlo, segnato da luci e ombre:crisi, litigiosità politica, inondazioni, scandali sessuali, decadenze, guerre, chiusura di fabbriche tutte tragedie bilanciate dal fatto che l’ex senatore Castelli ha smesso di essere consigliere in Comune a Lecco: seppur di poco, il bilancio è positivo.

E’ con questo spirito che voglio condividere con Voi la mia lettera a Babbo Natale.

 

Caro Babbo,

A dirla tutta, pensandoci un pochino, non ho niente da chiedere per me, sono una donna fortunata, ho una buona salute, mio marito ha un buon lavoro retribuito, io un gratificante lavoro non retribuito, quello della mamma, ho dei meravigliosi figli che mi tengono allenata e su cui so anche di poter contare nel momento del bisogno e sono fiduciosa di vederli, un domani, andare all’estero non perché costretti, per sfuggire a padri manager, ma per la curiosità di conoscere il mondo.

Ti scrivo perché forse, a questa età, mi piacerebbe vedere finalmente la mia città più viva, con meno problemi e preoccupazioni. Con la politica che non si accontenti del minimo sindacale, che non alzi fuffa, fumi e si limiti solo ad accendere in pompa magna lucine sugli alberi.

Vorrei, Caro Babbo Natale, se deve essere rivoluzione, che i forconi non stazionino solo due ore alla Rotonda di Malgrate perché poi devono andare a fare shopping alla MediaWorld.

Caro Babbo Natale, vorrei che i grillini la smettessero con gli scontrini della casta politica e si concentrassero sui soldi della finanza, delle banche. Vorrei anche che prendessero i voti, tanti, per aver fatto le cose, proposto soluzioni credibili e praticabili, non perché hanno solo un marchio conosciuto.

E questo vale non solo per loro.

Vorrei, Caro Babbo Natale, che dopo tante delusioni, e pareggi stiratissimi, e sconfitte a iosa, vincere non sia a discapito dei mezzi., Oggi il “vincere perché”, il “vincere per far cosa” sembra passare in secondo piano per tutti. Basta un bel nome. Anche se poi fa schifo ma ormai è tardi e non lo vuoi ammettere. Nemmeno a te stessa.

Caro Babbo Natale, vorrei che le persone scegliessero i politici, giù a Roma come qui sul lago, perché hanno letto un programma che punti a stringere un po’ quella forbice tra lavoro e rendita, tra produzione e finanza, tra poveri e ricchi, che in questi ultimi trent’anni si è invece costantemente allargata. Meno poveri e meno ricchi, più garanzie e meno privilegi. Di più per tanti e meno per pochi.

Di questo, invece, non c’è mai traccia. Nemmeno un minimo sindacale. E non gliene si chiede mai conto.

Vorrei, caro Babbo Natale, che non sia più vero il detto: “il giorno dopo non succede mai un cazzo”.

Firmiamo di continuo. Contro privatizzazioni, cementificazioni e speculazioni edilizie, inquinamento. Per i diritti, per la salute, per l’ambiente, per le prossime generazioni, ecc. ecc. ecc. Qui si salva il paesaggio. Li si protesta contro le trivelle in Brianza, ma anche contro quelle in Basilicata, in mezzo al mare. Clicca questo link per chiedere la bonifica di tutte le terre dei fuochi. Questo sito è contro le grandi opere. Mail bombing contro il dissesto idrogeologico. Contro chi vuole privatizzare l’acqua pubblica, per salvare la Leuci. E poi avaaz.org per salvare la foresta, change.com per proteggere i ghiacciai…,

Raccogliamo nomi, cognomi, elenchi di cittadini, carte d’identità, firme, firme, firme. Migliaia di petizioni. Scriviamo post e commenti che restano nell’etere di tutto il territorio nazionale. Ma alla fine, ognuno resta per conto suo. Ciascuno nel proprio orticello.

E “il giorno dopo non succede mai un cazzo”.

Perché ci si limita ai sogni che ostano nulla…(prima che tassino anche quelli).

Mi auguro, caro Babbo Natale, che eventuali alieni in ascolto abbiano captato il segnale della Nasa e non quello del Comune di Lecco: essere giudicato, come specie vivente, sulla base di una dichiarazione del consigliere De Capitani o dell’Assessore Campione mi seccherebbe non poco.

Caro Babbo Natale, vorrei finalmente un Sindaco che non si limiti al minimo sindacale, che la smetta di fingere di correre ai ripari e quasi inevitabilmente non si fa niente. Che è bravo a parlare ma spreca occasioni.

Vorrei, caro Babbo natale, che la stampa finalmente, abbia un sussulto di dignità e cominci a smascherare quei politici che si fanno pubblicità e poi votano alla rovescia, come qui da noi il consigliere Venturini e Appello per Lecco che in strada, in piazza, sui giornali appunto, dicono di essere contro il gioco d’azzardo e in Comune votano, hanno votato, per l’aumento delle sale giochi.

Caro Babbo Nalate, vorrei una stampa che faccia il suo mestiere e ricordi a loro e a tutti noi che regalare alla Città una o due statue pulite, un albero di Natale che si accende, una mela del Santo Patrono per 200 bambini è cosa buona e giusta, ma se poi fanno sprecare al Comune e quindi a tutti noi, 2 milioni di euro – 4 miliardi di lire – con quella mela ci si possono soffocare, con quelle lucine ci si devono impiccare.

Noi siamo persone, non partiti. Un popolo, non un elettorato.

Perché ecco, come si dice, noi siamo qui. In mezzo.

In mezzo a questa tempesta, a questa crisi. Da troppo tempo.

È un Natale freddo caro Babbo, ora ti lascio perché devo mettere a letto i miei bimbi per quando arriverai.

Tua Carta Vetrata

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Dunque grazie a tutti quelli che sono passati da questo giornale online, che mi hanno letto, che hanno risposto, che mi seguono, .. o che comunque in qualche modo ci stanno attenti.

Soprattutto a loro, auguri di sopravvivere al 2014 come sono sopravvissuti al 2013, magari acciaccati, ma non istupiditi, nè arresi.

Coraggio, è solo un altro giro… Possiamo farcela.

Buone feste e buon anno.

Vostra

Carta Vetrata