CASO CARLO GILARDI,
UNA LETTERA IN RISPOSTA
AD ‘APPELLO PER LECCO’

LECCO – La vicenda dell’anziano ex professore dell’istituto ‘Parini’ di Lecco, Carlo Gilardi, sta continuando a far discutere in città ma non solo.

Al fermento, oggi, si aggiunge una lettera contro i due rappresentanti di Appello per Lecco Corrado Valsecchi e Gaia Bolognini.

Mentre ieri, davanti alla casa di riposo Airoldi e Muzzi di Lecco, c’è stata una manifestazione di un centinaio di amici e conoscenti dell’uomo, ora ospitato nella struttura, ma contro la propria volontà secondo questi. Suo malgrado Carlo Gilardi, 90enne ricco senza coniuge e figli, infatti, è diventato un caso nazionale con tanto di trasmissione televisiva nazionale a rincorrere la sua storia. Vi sono pure interpellanze parlamentari.

Ecco la lettera aperta ai giornali firmata da Nico Gilardi, che dovrebbe essere un omonimo non parente.

Sigg.ri Valsecchi e Bolognini,
ho letto solo oggi il Vs. Appello a mezzo stampa di Giovedì 10 Dicembre nel quale chiedevate il diniego per la manifestazione per il caso del Prof. Gilardi, sia per la pandemia in corso che per la maggior fiducia che si deve riporre nelle Istituzioni ed infine per riservatezza nel rispetto del sig. Gilardi.

Partiamo dal fatto che saremmo in piena pandemia: ma quando poche settimane fa vi radunavate tutti mascherati su e giù dal Battello per la campagna elettorale, e facevate foto in 28 appiccicati l’uno all’altro in riva al lago, non eravamo in piena pandemia? Non vado oltre, ma Vi invito a riguardare in rete le foto della Vs. recentissima campagna elettorale e, mi permetto, ad essere più coerenti.

A proposito della riservatezza nel rispetto del Professore: Voi siete così sicuri che in questo momento Egli la prediliga alla propria libertà? Io no. E come me la pensano probabilmente in molti. Fatevene una ragione e rispettateci senza assimilarci a dei tontoloni che credono perché “l’han detto le iene”.

Infine, per quanto riguarda la maggior fiducia da riporre nelle Istituzioni, Vi invito a considerare che probabilmente la maggior parte dei partecipanti alla manifestazione ha anche più fiducia di Voi nelle Istituzioni, che però non è detto siano sempre e comunque infallibili ed in ogni caso, certamente, la fiducia a prescindere nelle Istituzioni, a mio avviso, può e deve lasciare il passo quando, come scrivete Voi, sembra ci si possa trovare di fronte ad una “supposta e non comprovata violazione di un diritto personale”.

La Storia e la contemporaneità del genere umano sono piene di errori o violazioni poste in atto anche, a volte, dalle Istituzioni. Pensate al caso Regeni, pensate al caso Cucchi, e potrei continuare ma mi fermo. Quindi abbiate pazienza, ma c’è chi ritiene che per alcuni diritti personali, si possa, seppur civilmente, ledere un poco la fiducia a prescindere nelle Istituzioni, anche perché poi ci si appella sempre e comunque alle Istituzioni per trovare la giusta soluzione.

Non so davvero comprendere né condividere le ragioni del Vs. appello. E mi scuso, ma l’unica risposta che ho saputo darmi è che siate motivati dalla volontà di riapparire in qualche modo dopo la scoppola che avete subito alle recenti elezioni nonostante gli assembramenti che avete organizzato in riva al lago ed in città.

Ricordatevi che in Italia tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

E ricordatevi che in Italia i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi, e che, delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica, che come non esistevano per Voi sul Battello e per le vie della città, non esistevano per chi voleva sostenere Carlo e fargli sentire un po’ di vicinanza in questi mesi di reclusione in RSA.

Proprio per questo le nostre Istituzioni, che ringrazio, hanno autorizzato la manifestazione nonostante i Vs. Appelli anticostituzionali.

La permanenza dell’antico nella società contemporanea rappresenta un fenomeno frequente e, non è detto, la sententia di Tacito ubi solitudinem faciunt, pacem appellant, potrebbe, spero di no, rievocare la sua eco proprio nel cosiddetto “Progetto di Libertà” cui il Professor Gilardi è stato suo malgrado coinvolto. E’ questo il dubbio tremendo che smuove le coscienze di molti cittadini, non l’ottusità che ci attribuite. Non vi permettiate mai più di additarci come cittadini in “stato confusionale”! Io di Voi penso molto peggio, ma non lo scrivo sui giornali.

Vi saluto.

Nico Gilardi

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