CAVE, “NON S’HA DA FARE!”.
RIFONDAZIONE SI OPPONE
A OGNI AUTORIZZAZIONE

Il 30 aprile per la terza volta è stata convocata dalla Provincia la Conferenza dei Servizi per dare il giudizio sulle ennesime integrazioni che Unicalce è stata costretta a presentare dopo che nella prima conferenza del 22 luglio 2020 e nella seconda del 30 marzo 2021 la relazione presentata è stata ritenuta completamente insufficiente sui temi Ambientali.

Ancora nelle nuove integrazioni presentate da Unicalce pochi giorni fa, non viene data nessuna risposta di merito ai numerosi quesiti sollevati dal comune di Lecco, ARPA, Lega Ambiente e dal comitato Salviamo il Magnodeno.

Il tema della salute del Reticolo idrico minore che riguarda principalmente il bacino idrico del TUFF, che è sottostante all’intera area di cava a Vaiolo Alta, non viene neppure sfiorato. Il tema delle “Acque reflue industriali” descritto da ARPA, che riguarda le piogge miscelate con le polveri dell’intero ciclo lavorativo e che richiede specifica autorizzazione, viene semplicemente negato. Il riversamento di tali “Acque reflue industriali” dal suolo di cava negli argini artificiali che portano tali acque a miscelarsi ulteriormente con il Tuff che emerge ipogeo a valle viene semplicemente ignorato. La richiesta di uno studio ambientale che indichi tutto lo stato di salute del reticolo idrico minore non viene neppure preso in considerazione.

Ma la questione più scandalosa riguarda tutta l’area di Vaiolo Alta. Nell’aggiornamento dello studio geologico del 2013 che ha accompagnato il PGT del comune di Lecco viene espressamente indicato il sito della cava come area ad alto rischio frane. Infatti nello studio geologico a pag. 71 si afferma:
1 – “Monte Magnodeno (F6) – È stata introdotta la classe di fattibilità 4 per tutta l’area in dissesto”.
2- “Monte Magnodeno (F6) – Lungo la bastionata rocciosa che include il setto esterno della ex cava Vaiolo alta e proseguendo verso sud, lungo tutto il versante occidentale del monte Magnodeno, sono possibili crolli rocciosi dalle pareti sub-verticali “.

Segnaliamo che Unicalce chiede di poter procedere con le escavazioni per un totale di 4.815.000 di metri cubi da qui al 2031, abbassando il livello del suolo di cava di ben altri 50 metri rispetto al livello attuale minando continuamente il suolo stesso, rendendo la costa attuale ancora più fragile dal rischio frane già elevato.

Ci chiediamo come possa essere possibile per la Provincia solamente pensare di autorizzare il provvedimento Ambientale ad Unicalce considerando che invece tutta l’area dovrebbe essere sottoposta ad una attenta analisi idrogeologica per verificarne la tenuta del sottosuolo attuale e nel prossimo futuro viste le vibrazioni per il continuo esplodere delle mine

Chiediamo che il comune si opponga decisamente a Questa Autorizzazione Ambientale.

Questa Autorizzazione non s’ha da fare!

Federazione Rifondazione Comunista Lecco

 

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