RELIGIONI: DON GIOVANNI MEDITA NELL’EPIFANIA

L’Epifania del Signore Gesù è una delle più grandi feste dell’anno liturgico. 

In verità nella liturgia della celebrazione eucaristica se ne sottolinea specialmente una tra le epifanie, cioè le manifestazioni del Signore: quella che si evidenzia nella visita dei Magi narrata dal vangelo di Matteo. 

La stessa tradizione liturgica, a cominciare dall’inno di sant’Ambrogio per questa stessa solennità, evidenzia ben quattro epifanie, manifestazioni: oltre quella di Betlemme dei Magi, l’epifania al Giordano con la discesa dello Spirito e la voce del Padre, poi il manifestarsi di Gesù a Cana di Galilea e nella moltiplicazione dei pani e dei pesci per i cinquemila. 

Il nostro brano ci narra dei Magi guidati dalla stella. 

Il padre Ambrogio stabilisce una discendenza dei Magi dal famoso Balaam; lui, in spirito profetico aveva visto una stella sorgere da Giacobbe, i Magi invece, nella luce della stella vedono lo stesso Cristo a guida. 

Se stiamo al racconto di Matteo troviamo questi saggi o astrologi d’oriente che, con guida astrale, vanno a Gerusalemme, città regale, alla ricerca di un re nato; qui, con il turbamento della città, trovano indicazioni più precise verso Betlemme, ma con nostra meraviglia, distanza d’interesse negli stessi sacerdoti e scribi che sono “turbati con tutta Gerusalemme”, ma rimangono inerti, mentre Erode getta subito trame a preservarsi il potere. 

I Magi s’affrettarono allora a Betlemme dove “videro il bambino con Maria sua Madre, si prostrarono e lo adorarono”. Il loro viaggio – di cui Matteo dice poco, ma molto la letteratura cristiana – è approdato a buon fine e i loro doni offerti al bambino divengono assai significativi di lui. 

“Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”. L’oro ha subito trasparenza verso la regalità, l’incenso è ben significativo dell’adorazione che si offre solo al Signore Dio, e la mirra, nell’antico, era in uso per l’imbalsamazione dei cadaveri, significativa dunque della fragilità mortale dell’uomo. 

Nell’epifania di Betlemme noi troviamo la manifestazione del Signore re, ma per noi più significative quelle della sua divinità ed umanità. Nelle feste attorno al Natale, forse con maggiore istintività, siamo inclini ad immagini di tenerezza, ma l’Epifania ci rinvia oltre ci presenta l’umanità di Cristo nella fragilità della carne, per dirla con la Scrittura, ma anche la sua pienezza divina. 

Il nostro Salvatore viene e si proclama a noi nell’identità dell’umano, ma anche con la grazia del divino cui vuole noi tutti possiamo elevarci per la fede.

Don Giovanni Milani