INTERVISTA/TORNA CINEMINIMO:
IL CURATORE GIULIO SANGIORGIO
ILLUSTRA LA RASSEGNA 2020

LECCO – Giunge alla 4ª edizione CineMinimo, rassegna cinematografica curata e organizzata dall’Associazione Dinamo Culturale. Una scelta di film di qualità per raccontare l’attualità nel e con il cinema. Otto i titoli in programma, l’appuntamento è ogni martedì sera dal 6 ottobre al 24 novembre allo Spazio Teatro Invito.

Ne abbiamo parlato con Giulio Sangiorgio, curatore della rassegna e direttore di Film Tv.

Finalmente anche Dinamo Culturale riparte. Come avete affrontato l’emergenza sanitaria e quali programmi avete?
Siamo molto contenti di poter tornare a proporre film in sala, dopo che la scorsa edizione di CineMinimo era stata interrotta a metà per via del lock-down. Se le cose continueranno ad andare bene, tra un mese imbastiremo il programma di Capire la storia del cinema, il ciclo di lezioni frontali che quest’anno giungerebbe alla 16ª edizione. La speranza è che lo si possa fare in presenza, in alternativa valuteremo se utilizzare la piattaforma di Zoom.

Qual è il filo rosso che lega la scelta dei titoli in programma?
L’idea è di affrontare l’attualità attraverso diversi punti di vista: politico, sociologico, culturale e cinematografico. Sono film che parlano la ‘lingua del presente’, ciascuno in modo diverso, senza che sia preferito uno specifico tema attuale. Il nostro obiettivo è di stimolare una riflessione sulle immagini e sulla lingua del cinema, per questo cerchiamo di portare in sala nuovi autori, nuove forme cinematografiche.
Per ogni film sarà fatta una presentazione e seguirà un dibattito. Per Cattività avremo ospiti il regista Bruno Oliviero e il produttore Luca Mosso, per L’Apprendistato il regista Davide Maldi.
Due film, Il paradiso probabilmente The milky way, sono stati recuperati dalla scorsa edizione interrotta.

Molti i documentari. Perché questa scelta e di cosa parleranno?
È un genere che amo moltissimo e che ritengo abbia ancora bisogno di essere accompagnato e spiegato nelle sue forme, perché è un linguaggio complesso e narrativamente elaborato. In programma ce ne sono quattro.
The Milky way di Luigi D’Alife racconta del viaggio dei migranti dall’Italia alla Francia attraverso le Alpi, tra neve, freddo, piste da sci e turismo. È l’unica serata ad ingresso libero, le donazioni raccolte sosterranno l’attività di salvataggio in mare di Open Arms.
Cattività di Bruno Oliviero descrive l’esperienza teatrale nel carcere di Vigevano condotta dal drammaturgo e regista teatrale Mimmo Sorrentino.
In ogni istante è diretto da un maestro del documentario, Nicolas Philibert, che con Essere e Avere ha portato il genere al grande successo di pubblico. Ambientato in una scuola di infermieristica, racconta tantissime problematiche del presente, ad esempio il rapporto con i migranti, e mette in scena tanto ‘materiale umano’, dall’ambizione alla competizione sul lavoro.
L’apprendistato di Davide Maldi è un racconto di formazione e insieme un’indagine sul sistema educativo. A metà, in modo molto calibrato, tra il documentario e la fiction, è un interessantissimo esempio di scrittura cinematografica.

In programma anche due film comici.
Quello che apre la rassegna, Il paradiso probabilmente, ultimo lavoro di Elia Suleiman, uno dei più grandi cineasti contemporanei, che nei panni di un novello Buster Keaton racconta il disorientamento di un palestinese alla ricerca di un posto nel mondo. Un racconto autobiografico, con Suleiman nei panni di sé stesso, che descrive le difficoltà di un regista che vorrebbe essere libero nel suo lavoro ma che si trova ingabbiato dalle aspettative del pubblico e della macchina culturale a parlare della questione palestinese. L’attualità in questo caso non è solo nella scelta tematica, ma è riferita anche alle possibilità del cinema e del sistema culturale. E poi Doppia pelle di Quentin Dupieux, film comico-demenziale di un regista che viene dalla musica e che è in grado di raccontare in modo divertente molte dinamiche della contemporaneità. È anche questo un film sul cinema e l’industria cinematografica.

E poi ci saranno L e Alice e il sindaco.
L di Babis Makridis è del 2012 ed è stato distribuito quest’anno in Italia. È un film rappresentativo della nuova ondata del cinema greco, racconta in maniera grottesca e comica i drammi e le assurdità di un paese che esce da una delle crisi più drammatiche della sua storia. 
Alice e il sindaco di Nicolas Pariser è la storia del rapporto tra un sindaco e la sua giovane stagista, portatrice di una serie di valori freschi, che sarà in grado di rigenerare la sua visione politica. Un film che molti politici dovrebbero vedere.

Direi che cade a tema, dato che a breve a Lecco si insedierà la nuova amministrazione.
Esatto, vedremo se la realtà sarà capace di parlare un po’ come la finzione.

È obbligatoria la prenotazione per consentire il rispetto delle norme igieniche anti-Covid (https://tinyurl.com/cineminimodinamoculturale@autistici.org – 3713593184). Ogni informazione è reperibile tramite la pagina Facebook dell’associazione.

Silvia Polvere