IRAM: CON ZERO CONTAGI
E NUOVI PROTOCOLLI
PRONTI ALLA RIPARTENZA

LECCO – “Alla luce dei dati di queste ultime settimane ci prepariamo a guardare oltre la fase di emergenza da Covid-19”. È convinto il presidente degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi Onlus di Lecco, Giuseppe Canali: la storica struttura che si prende cura degli anziani in città di Lecco sta guardando con fiducia al prossimo futuro, dopo esser stata anch’essa colpita dall’emergenza Coronavirus.

“Nel mese di maggio gli ospiti deceduti sono stati nove, in linea con le medie mensili abituali, e nessuno positivo al Covid-19 alla luce dei risultati dei tamponi fatti a tutti gli ospiti della nostra struttura – continua – e anche tra i nostri operatori sanitari, dopo la punta di assenze toccate verso il 20 aprile, con 94 persone in malattia, sta tornando una situazione di normalità: la maggior parte sta rientrando al lavoro con tampone negativo e non abbiamo avuto nuovi casi”.

“In tutto questo periodo – continua la vicepresidente Rosaria Bonacina – per venire incontro all’esigenza di non interrompere la relazione fra familiari e ospiti, il nostro personale ha avuto a disposizione nei padiglioni degli smartphone attraverso i quali i nostri ospiti e i loro cari possono comunicare mediante chiamate e videochiamate. È stata inoltre attivata la casella mail familiari@airoldiemuzzi.it attraverso la quale è possibile inviare messaggi, disegni e foto ai nostri ospiti, che vengono stampati e consegnati loro. In questi due mesi abbiamo cercato di mantenere vive le relazioni con i familiari attraverso telefonate, videochiamate e posta elettronica”.

Dalla fine di aprile sono iniziate le uscite degli ospiti, mantenendo rigorose procedure di sicurezza, per brevi passeggiate nel parco, accompagnati dagli educatori e dai fisioterapisti con i quali possono dedicarsi all’attività motor.

“Dobbiamo davvero ringraziare i nostri dipendenti e collaboratori per la professionalità, la passione e la disponibilità dimostrate – sottolinea il presidente – Un grazie, in particolare, ci sentiamo di doverlo rivolgere al direttore generale e al direttore sanitario, che hanno governato al meglio la struttura in un momento così difficile. Ma non possiamo dimenticare anche i singoli cittadini, le associazioni di volontariato, le aziende e la Fondazione Comunitaria del Lecchese per averci concretamente aiutato ad affrontare questa emergenza, oltre che naturalmente l’Ats, il sindaco e gli uffici del comune”.

“Oggi ci stiamo preparando ai nuovi ingressi, non appena Regione Lombardia ci autorizzerà – afferma il direttore generale, Fulvio Sanvito – Abbiamo l’esigenza di poter tornare ad accogliere persone: le domande, in tal senso, sono tornate ad arrivare con sempre più frequenza ai nostri uffici e vorremmo poter dare una risposta in tempi brevi. Prevediamo una riapertura molto graduale e con tutte le procedure di sicurezza, compresi i dispositivi introdotti per l’accesso dei visitatori esterni, e la creazione di uno spazio dedicato agli incontri tra familiari e ospiti”.

“In attesa delle direttive regionali in materia, che ad oggi non sono state ancora emanate, già da alcune settimane stiamo redigendo procedure interne con l’obiettivo di minimizzare i rischi rispetto sia all’ammissione di nuovi ospiti, sia alla ripresa di visite da parte dei familiari. – afferma il direttore sanitario Andrea Millul – Tali procedure tengono conto delle informazioni scientifiche disponibili ma soprattutto prevedono una differenziazione tra nucleo e nucleo in base a quello che è stato l’andamento pandemico virale interno: a tale motivo lo sforzo di questi giorni è proprio quello di raggruppare gli ospiti in base all’esito dei tamponi ed auspicabilmente, allorquando saranno effettuabili, rispetto alla sierologia anticorpale”.

“Tale approccio – precisa il direttore sanitario – permetterà di accogliere in un reparto vuoto e destinato agli ingressi, con equipe di operatori esclusiva, tutti i nuovi ospiti che verranno mantenuti in isolamento in camera singola ed osservazione clinica/sierologica prima del trasferimento in nucleo definitivo ove siano presenti gli ospiti già residenti. Ribadisco che tali procedure saranno poi da verificare rispetto a quanto Regione ed Ats richiederanno, nella consapevolezza che comunque, se riterremo le regole istituzionali non sufficienti alla tutela degli ospiti nella peculiare situazione dei nostri Istituti, adotteremo misure interne ulteriormente restrittive; ad oggi peraltro ci stiamo preparando senza avere una data presuntiva di possibile riapertura”.