TREZZI VS APPELLO/”MILIONI
TOLTI AI LECCHESI PER FAR POSTO
ALLA MELA DEL PATRONO”

Caro direttore,
Lecco accumula problemi, colleziona drammi, disoccupazione e spreco di denari pubblici, mastica uomini, lavoratori e imprese, ma non ne digerisce nemmeno la millesima parte.

Si tiene tutto dentro, si porta tutto appresso. Non reagisce. Appesantita. Stanca. Forse è per questo che il nostro panorama politico sembra la radiografia di un’occlusione intestinale.

Mentre la città è ferma più di un trattore scassato senza ruote e con il freno tirato, mentre le altre città di mezza Italia studiano, discutono, votano politiche di aiuto ai propri cittadini, sostegni alla crisi e all’emarginazione, Lecco, grazie alla corrente maggioritaria del fumo, sta affrontando la questione con la mentalità e i metodi di uno spot pubblicitario, di un tavolino con le tre carte in metropolitana.

Basta vedere in controluce mele e patroni e i suoi promotori. Ad uno ad uno. In posa. A partire da lui. Il tabaccaio. Ce lo vedremo, ci sta lavorando a nostra insaputa, come Sindaco o Parlamentare, nel frattempo come portavoce di quella tabaccheria che va sotto il nome di Appello Per Lecco, sta dando prova di qualità eccezionali. Riesce a vendere fumo come le banche i titoli Parmalat. Facendolo passare come indispensabile. Quello che serve.

Quando gli si ricorda che i rappresentanti in Comune della tabaccheria – da tre anni – non stan facendo nulla o l’opposto di quanto i comunicati stampa vogliono far credere, lui sorride, calmo, sereno, ragionevole si mette in posa e risponde immancabilmente che: “bisogna far qualcosa di buono per Lecco”.

Evidentemente limitandosi a pulire statue di Santi Patroni (gli altri comuni possono chiamarlo ad ore pasti), offrendo la mela rossa ai bimbi e una carezza, che non è quella del papa ma ci sta lavorando.

Dietro di lui, nel frattempo, alcuni consiglieri in posa anche loro sfuggiti al controllo della concretezza e della sostanza, agitano Delibere Comunali da loro votate a favore di aumenti della tassa rifiuti, dell’Irpef comunale, delle sale giochi, del biglietto dell’autobus, dello spreco di milioni di euro tolti dalle tasche dei lecchesi per far posto alla mela del Santo patrono.

Diciamolo: qualunque opinione si abbia sul Tabaccaio e la sua bizzarra mania di voler fare il Sindaco o il Parlamentare, l’uomo è ammirevole. Dove conta, insieme ai suoi, non fa nulla per migliorare concretamente la vita dei lecchesi, cioè diminuendo tasse, eliminando sprechi, mantenendo i servizi, ma se serve un po’ di cabaret e fumo invece è sempre in prima linea.

Mentre la città brucia precipitando sempre più in una crisi economica e sociale e Brivio suona la cetra, Appello per Lecco continua ad attendere alle proprie faccende come una massaia in tempo di guerra. S’ode, lugubre, la sirena dell’allarme aereo, loro imperterriti scolano i fagiolini, scrostano il verderame dalla statua di un Santo e distribuiscono una mela.

E’ il modello renziano: quando la realtà si presenta male, prima passi in sala trucco.Così da poter dire ai lecchesi: “guardatemi sto facendo qualcosa di buono per Lecco”.

Peccato che sia una palla, e per quante volte lui, puntuale come il cucù, sbuca dai giornali compiacenti per ripeterla, noi gli risponderemo: è una palla! Fino alla fine dei tempi.

Paolo Trezzi