LA TARGA DEI REPUBBLICHINI
“RECUPERATA” DAL COMPAGNO.
ANGHILERI RACCONTA E SPIEGA:
“UNA LAPIDE VERGOGNOSA…”

LECCO – Non era quella “originale” ma la versione riveduta e corretta – rimane che la coincidenza tra il recupero di una targa in qualche modo pro fascisti a opera di un uomo provatamente di sinistra fa sensazione, nel microcosmo politico e sociale di una città come Lecco.

I fatti: dopo otto mesi, la targa in memoria dei repubblichini fucilati, apposta sul muro esterno dello stadio di Lecco e oggetto di continue polemiche (e appunto rimozioni) viene ritrovata del tutto casualmente nelle acque del Caldone dal consigliere comunale della lista civica di sinistra nonché ex sindacalista Alberto Anghileri. Insomma un “compagno” come si diceva un tempo, dal pedigree netto e certamente privo di tentennamenti.

La targa in questione era sparita e dunque visto il luogo del ritrovamento presumibilmente gettata nel corso d’acqua lecchese.
Era nel Caldone a Bonacina sotto il ponte che va a Movedo. L’ho recuperata e domani la porto in Comune” comunica via social lo stesso Anghileri nella giornata di domenica, confermando la straordinaria coincidenza che caratterizza questo curioso episodio.

Ma il senso complessivo sta nella annotazione successiva da parte del ‘compagno’ autore del recupero:
Breve cronistoria: una lapide vergognosa che equiparava partigiani e repubblichini (i morti sono tutti uguali) venne posizionata sul muro dello stadio nel 2001, c’era una giunta di centrodestra. Daniele Nava prima vicesindaco e poi presidente della Provincia non partecipava alle cerimonie del 25 aprile e andava a ricordare gli ufficiali fascisti fucilati allo stadio. Nel 2010 in centrosinistra vince le elezioni e si impegna a rimuoverla, ricordo benissimo una lettera aperta firmata dal sottoscritto e da Paolo Trezzi che sollecitava il sindaco a rispettare questo impegno, “altrimenti l’avremmo tolta noi” così terminava la nostra lettera. Finalmente la targa venne rimossa e sostituita con questa, mi pare condivisa anche dall’Anpi, che racconta la verità storica e cioè che i Repubblichini dopo avere esposto la bandiera bianca spararono uccidendo alcuni partigiani, vennero poi fucilati in base ad una sentenza del CLN. Facile dire oggi che fu sbagliato fucilarli, oggi siamo in pace, allora c’era la guerra“.