LECCO: TELERISCALDAMENTO
E FORNO SPENTO DEL 2032.
E SE TUTTO FOSSE UN ALIBI?

Apprendiamo di alcuni ulteriori elementi trapelati dall’ennesima puntata relativa all’annoso progetto di Teleriscaldamento collegabile al Forno Inceneritore di Valmadrera. Ora si paventano “a spizzichi e bocconi” notizie “al condizionale” che sembrerebbero voler tranquillizzare Comuni Soci di Silea ed i loro Cittadini circa le fonti d’alimentazione ambientalmente “virtuose” che dovrebbero essere implementate entro il 2032 – ultimo anno di funzionamento previsto dall’attuale Autorizzazione integrata ambientale Regionale (AIA) per il Forno Inceneritore – in alternativa a quelle prodotte dall’attuale combustione dei rifiuti. Fonti virtuose, lo si legge dalla stampa, che escluderebbero sia la combustione delle tanto chiacchierate biomasse che il solare termico.

Sorvolando, almeno temporaneamente, sulla perlomeno discutibile questione di segretezza relativa ad alcuni aspetti del progetto del teleriscaldamento quello che qui ci preme evidenziare a tutti sono i motivi degli assai fondati dubbi che Sindaci e Cittadini dovrebbero nutrire circa la ripetuta assicurazione da parte di Silea di procedere alla chiusura del Forno Inceneritore al più tardi entro il 2032.

Qui alcuni di questi motivi e relativi interrogativi che sottoponiamo ancora una volta in modo esplicito lasciandone a tutti la semplice valutazione di congruità.

Come si può credere che, come previsto dall’ineludibile vincolo posto dall’Assemblea Intercomunale dei Comuni soci, si possa alimentare il progettato Teleriscaldamento dal 2032 con “fonti rinnovabili” (quindi realmente “pulite” e non climalteranti per le emissioni di CO2) se addirittura non si specifica quali siano e così facendo si impedisce, di fatto, ai Comuni soci di esercitare preventivamente la loro specifica e costitutiva funzione di “controllo analogo” prevista dalla normativa?

Come può essere credibile un’ipotesi impiantistica che preveda una congrua (sia tecnicamente che economicamente) “intercambiabilità” tra un sistema di grande entità e ramificazione (quello collegabile all’Inceneritore) “centralizzato” e ad “alte temperature” con quello “di prossimità” e quindi di assai minor entità e ramificazione (quello futuro collegato a “fonti rinnovabili”) “decentrato” e “ a basse temperature”?

Come si può ritenere congruo economicamente un investimento di decine di milioni, e relative “normali” tempistiche di ammortamento, se la struttura implementata in collegamento all’inceneritore dovrà poi entro pochi anni essere “sostituita” o “rimodulata” con un’ altra impiantistica di assai differenti (ed inconciliabili?) caratteristiche strutturali?

A questi pochi elementi (ce ne sarebbero altri) di puro buon senso (giudichi il lettore) si aggiungono poi altre esplicite considerazioni: a chi potrebbe aver apprezzato lo sforzo di una strategia imprenditoriale, perorata nel corso delle presentazioni del nuovo Piano Industriale di Silea, circa la svolta non più “fornocentrica” ma orientata ad un ampliamento di attività della società interamente pubblica, diciamo che, presa a sé stante, la valutazione potrebbe apparire anche plausibile.

C’è però un “piccolo ed insignificante” particolare: come si può credere ad uno sganciamento definitivo dall’inceneritore entro il 2032 (si ritorna sempre lì) che giustificherebbe l’apertura di “nuove” attività come anche di ampliamento di altre già in essere, se solo due anni fa si è acquistata una nuova turbina del costo di circa 9 milioni di euro, peraltro munita della doppia funzione di “recupero” sia di energia elettrica che termica? Quest’ultima funzione non era presente nella vecchia turbina sostituita, sulla cui effettiva “inefficienza” peraltro alcuni avevano espresso più di un dubbio.

Della serie: è solo approfondendo e conoscendo i particolari che si può veramente svolgere una reale funzione di “Controllo Analogo” in capo alle nostre amministrazioni locali ma anche, proprio per questo, affidata anche a tutti noi cittadini consapevoli.
Il “Controllo Analogo” è sancito da una specifica norma e stabilisce che gli Enti Locali possano avvalersi per la gestione dei servizi pubblici di società strumentali pubbliche a condizione che esercitino su di esse un controllo analogo a quello direttamente esercitato sui propri servizi o uffici.

Giova infine rimarcare che la prescrizione del Teleriscaldamento prevista svariati anni fa dall’autorizzazione regionale AIA era dovuta, non lo si ricorda mai abbastanza, ad un effetto “compensativo” (recupero dell’energia termica oltre a quella elettrica) derivante dalla (anche allora improvvida) richiesta dei Comuni soci di elevare cospicuamente il massimo carico bruciabile portandolo a circa ben 120.000 ton. annuali.

Non sfuggirà di certo a nessuno che lo scenario e la sensibilità ambientale nel frattempo è assai e giustamente aumentata (basti pensare alla ormai non più eludibile questione climatica, oltre a quella salutistica) con peraltro i relativi impegni sottoscritti a tutti i livelli da varie realtà istituzionali per la riduzione significativa delle fonti emissive (il forno inceneritore di Valmadrera è una delle maggiori fonti emissive della nostra Provincia, per la cui “compensazione” occorrerebbero milioni di alberi …).

Il tutto reso ancor più stridente, in tempi di proclamata “Transizione ecologica”, dal fatto che dai contenuti del “Recovery Fund” si evincerebbero esclusioni delle Fonti emissive di CO2 dagli aiuti finanziari europei. Mentre se ne potrebbero ben giovare piani e progetti di effettiva riduzione/azzeramento.

E considerato che vari altri territori hanno avviato da tempo con successo l’applicazione del modello “Rifiuti Zero” (questo sì effettivamente virtuoso da vari punti di vista compreso quello economico che occupazionale) che, non distruggendola, recupera tutta la materia possibile e rende praticamente quasi nulla la quota residuale combustibile, non si capisce perché non si dovrebbe intraprendere tempestivamente e diffusamente questa strada.

Il teleriscaldamento potrebbe quindi costituire un alibi, dietro ad una solo presunta virtuosità ambientale, per continuare a praticare anacronistiche ed obsolete scelte in controtendenza a rinnovate ed ormai non più rinviabili pratiche di “Sostenibilità” non solo ambientale.

Tutto questo nostro contributo riflessivo lo mettiamo a disposizione in primis dei componenti della Commissione Comunale di Lecco che si svolgerà su questi temi proprio questo giovedì 25 febbraio.

Enzo Venini – Colico
Germano Bosisio – Oggiono
Aldo Dal Lago – Colle Brianza
Salvatore Krassowski – Cernusco Lombardone
Fabio Casadonte – Colico
Massimo Riva – Lecco
Cesare Panzeri – Oggiono