LETTERA/”25 APRILE DI BANDE,
BANDIERE E BANDERUOLE”

A Lecco è stato un 25 aprile partecipato.

C’erano banderuole, bandiere e bande
Le prime riconoscibili dai rappresentanti istituzionali e di partiti, le altre dai colori e divise

C’eran bandiere dell’Italia, della Pace, di ex partiti e pure una dell’Unione sovietica
Quest’ultima avrebbe stupito pure Benigni che nel film “La Vita è Bella” l’aveva trasformata, a proposito di banderuole, in una a stelle e strisce sul carro armato che liberava Auschwitz.

Gli americani si sa sono anche dove dicono di non esserci, qualcuno, nel corteo, giurava addirittura in Ucraina.
Ma chi crede più agli agenti della Digos.

Seppur, in effetti, con militari non si sa ma con le armi, come noi, questo è certo.

Deve essere per questo che i discorsi Istituzionali non si potevan sentire.

Quello di Micheli, in rappresentanza della Provincia, era inascoltabile per una ragione di microfono.
Gli altri due. Quello del Sindaco chierichetto Gattinoni, perché banale e retorico, l’altro, del nuovo Prefetto, andato a braccio, perché si è perso dopo 30 secondi netti. Prefetto e Discorso.

Ha salvato tutto e tutti, ancora una volta, il rappresentante dell’Anpi, Avagnina, che non si è lasciato intimidire dalla banalità del meno male e dalle banderuole dei discorsi precedenti.

Il fanatismo dei primi, infatti era contro la Guerra e loro contemporaneamente a favore dell’aumento delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina e c’è da giurarci, se potessero, pure per la 36 e Trenord che pure li è una guerra tutti i giorni

Il Prefetto riesce a citare Dostoevskij per criticare i russi di oggi, additare uno striscione di Rifondazione contro tutte le guerre, come se fosse in contrapposizione con la guerra Partigiana, e, non bastasse, tutto nello stesso discorso, riesce pure a dire che in fondo quella tedesca non era proprio una invasione e che tutti noi eravamo i buoni e solo loro i lupi. Mancava solo dire che Mussolini scriveva poesie e tombola.

A un certo punto, visto il clima, pure la Banda si è adeguata e ha tagliato la canzone dei Partigiani e Bella Ciao. Il popolo presente ha continuato però a cantarle ugualmente.

Anche per questo 25 aprile, non ci si è arresi a ipocrisia, bande e banderuole.

L’antifascismo di popolo non ha sventolato bandiera bianca.
Viva l’Italia

Dott. Richard Sorge

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