NEWSLETTER DEL SINDACO,
DA ‘LECCO MERITA’ DUBBI
SU PRESUNTA PRIVACY VIOLATA

Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto segnalazioni da parte di cittadini lecchesi che stanno ricevendo sulle proprie mail e PEC personali la newsletter del Sindaco, cosa mai accaduta prima con le precedenti amministrazioni: non riusciamo a capire come in un mondo dove (correttamente) la privacy la fa da padrone, sia possibile utilizzare una informazione data per fini istituzionali (es. pagamento tributi) per fini propagandistici.

Esistono e sono sempre stati utilizzati infatti il sito e i social comunali per questo tipo di comunicazioni, perché permettono di raggiungere l’intera cittadinanza e non solo una parte di essa, ossia quella di cui si conoscono le mail perché magari inconsapevolmente tempo addietro aveva dato il consenso (anche se ci risulta che ciò avvenga solo da poche settimane).

Non riteniamo assolutamente corretto questo modus operandi, che si era già manifestato anche durante la scorsa campagna elettorale: per questo valuteremo se chiedere l’intervento del Garante della privacy.

Ancora una volta questa Amministrazione si dimostra lenta e farraginosa nel mettersi all’opera per risolvere i problemi dei cittadini, ma abilissima e velocissima nelle attività di marketing e pubblicità.

Meno Webinar e più strada, c’è bisogno di fatti non newsletter!

Emilio Minuzzo
Simone Brigatti
Gianni Caravia

Lecco Merita di Più

 

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L’accusa è grave, perché la legge italiana sulla privacy nega espressamente la possibilità di inviare newsletter senza il consenso di chi le riceve: se Gattinoni e staff avessero commesso un errore del genere, sarebbe piuttosto imbarazzante per l’amministrazione. Non sono per il momento arrivate conferme né smentite, ma è evidente che il sindaco dovrà prendere una posizione molto decisa sull’argomento, se vuole scongiurare brutte figuracce.

Dall’altra parte, se le accuse fossero infondate, l’opposizione dovrà ritirare le accuse pretestuose: lo scenario, in ogni caso, si prospetta scivoloso in modo preoccupante per entrambe le parti.

Sofia Bolognini