QLL CONTRO L’ALLEANZA TRA PD E “RESPONSABILI DI ATTI ILLEGITTIMI SUL CASO ENGLARO”

Gentile redazione,
il Consiglio di Stato ha definitivamente dichiarato illegittimo il provvedimento con il quale nel 2009 l’allora governatore lombardo Roberto Formigoni e il dg della sanità Carlo Lucchina (rinviato a giudizio, come ricorda l’Espresso, a Milano insieme a Giulio Boscagli nell’inchiesta su Telemedicina) bloccarono l’interruzione delle terapie su tutto il nostro regionale. Il loro obiettivo era calpestare il diritto di autodeterminazione e libertà di scelta di Eluana Englaro, riconosciuto dopo ben 13 anni di iter giudiziario dalla Corte di Cassazione. Noi non dimentichiamo quella notte infame del febbraio 2009, quando quattro malcapitati con ceri, strepiti e cartelli cercarono in via San Nicolò di conquistarsi una ripresa delle tv nazionali mentre Beppino Englaro tentava -costretto proprio da quel provvedimento dichiarato oggi illegittimo- di rispettare la volontà di sua figlia Eluana trasferendola a Udine. Non dimentichiamo quei cartelli indegni, che paragonavano Englaro a un assassino che agiva nel buio della notte. I crociati ciellini volevano il circo mediatico: anni dopo si è capito quale fosse il posto più consono dei leader che li costringevano a simili pagliacciate. E cioè le aule di tribunale. Non dimenticare è un atto politico. Come è un atto politico quello di battersi affinché sia garantito alla cittadinanza un accessibile registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento, come avevano chiesto -grazie a chi scrive e alla Cellula Coscioni- 1.119 lecchesi nel maggio 2011. Sono trascorsi tre anni di inazione o iniziative spot e poco altro. Che tristezza vedere che i responsabili di quell’intollerabile teatrino e di quegli atti poi rivelatisi illegittimi costituiscono oggi l’orizzonte privilegiato del pd lecchese in vista di “strategiche” alleanze per le prossime elezioni amministrative. Se è ironia della sorte il fatto che Lecco sia la città – natale o adottiva – dei Formigoni e degli Englaro, è un dovere morale, politico e intellettuale, non esitare un minuto nel scegliere -coerentemente- in nome di quale battaglia civile ed esempio costituzionale impegnarsi. 

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