REVELLI, LEVI E RIGONI STERN:
VIDEO-DIALOGHI IN BIBLIOTECA
SU TRE GRANDI AUTORI DEL ‘900

LECCO – La Biblioteca civica “Uberto Pozzoli” propone due dialoghi densi di riflessioni a cura di tre tra i maggiori esperti degli scrittori oggetto degli appuntamenti. Si tratta di Beatrice Verri, direttrice della Fondazione Nuto Revelli, Marco Belpoliti, saggista, scrittore e docente che ha curato per Einaudi le “Opere” di Primo Levi e Giuseppe Mendicino, biografo di Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli.

Alla base dell’iniziativa promossa, la convinzione che per capire il momento storico che stiamo attraversando sia importante riscoprire tre fondamentali scrittori del secolo scorso e i loro solidi valori etici e civili: Nuto RevelliMario Rigoni Stern e Primo Levi.

Oltre che a tre grandi scrittori ci troviamo infatti al cospetto di tre grandi uomini che hanno attraversato le tragedie del Novecento, legati da un forte legame di stima e amicizia reciproca, da analoghi valori di etica civile e da uno stile narrativo chiaro e comunicativo, pur nella ricchezza dei vocaboli. Le radici della loro scrittura sono ben salde e risiedono nell’aver saputo reagire alle dure esperienze che hanno vissuto, nella resistenza antifascista, nella razionalità, nell’attenzione nei confronti del mondo degli esclusi, dei valori del lavoro e del rispetto per la natura. Questo, oggi più che mai, ne fa tre grandi maestri di vita, oltre che di letteratura.

Il primo dei due dialoghi: Beatrice Verri e Giuseppe Mendicino raccontano Nuto Revelli e Mario Rigoni Stern. Il forte legame che li ha uniti ben traspare dalla poesia “A Mario e a Nuto”, che Primo Levi ha dedicato ai suoi due amici:

Ho due fratelli con molta vita alle spalle
nati all’ombra delle montagne.
Hanno imparato l’indignazione
nella neve di un Paese lontano,
e hanno scritto libri non inutili.
Come me hanno tollerato, la vista
di Medusa, che non li ha impietriti.
Non si sono lasciati impietrire
dalla lenta nevicata dei giorni.

Il secondo dialogo: Marco Belpoliti e Giuseppe Mendicino raccontano Primo Levi e Mario Rigoni Stern.