RUBRICA MUSICA & DINTORNI:
TOMMASO INTRIERI PRESENTA
“L’UOMO PIÙ FORTE DEL MONDO”

LECCO – Nuova puntata della nostra rubrica dedicata alla musica, con una news calda visto che proprio oggi registriamo una “prima” assoluta.

Tommaso Intrieri ha iniziato il suo percorso musicale suonando nel gruppo Midnight Train. Oggi presenta il suo primo singolo in veste di cantautore, intitolato L’uomo più forte del mondo (il video è a centro pagina).

Come hai cominciato a scrivere canzoni?

Nella tappa precedente del mio viaggio musicale, quella vissuta insieme ai Midnight Train, scrivevo molti pezzi, tutti in inglese. Non avevo basi solide di teoria della musica, se non quelle apprese durante la scuola media Stoppani e le lezioni di chitarra. Scrivevo cercando di imitare i miei idoli, le canzoni che amavo ascoltare. Il mio ruolo nel gruppo era suonare la chitarra e cantare i cori, mai avrei pensato che mi sarei ritrovato ora, a distanza di un anno, a cantare le mie canzoni.

Cos’è successo in questo anno?

Tutto è capitato molto in fretta. Mi sono reso conto che le canzoni che scrivevo per il gruppo si stavano allontanando da quello che era diventato il mio gusto musicale, quindi ho iniziato ad abbozzare cose diverse. Così, producendo questi pezzi, ho sentito una grande necessità di cantarli. Ho sperimentato la scrittura di testi in italiano per rispondere ad un’esigenza che percepivo crescere forte: essere capito. Esprimermi nella mia madrelingua è senz’altro più difficile, ma sicuramente dona più soddisfazioni. Oggi ho l’onore Ddi lavorare al mio progetto collaborando con Stefano Fumagalli, di HDstudio, e con il bravissimo grafico Marco Menaballi. Ho avuto la fortuna di conoscere tante persone che credono in me e che si sono appassionate alla mia musica. Incontrare qualcuno che ha fiducia in te è pazzesco, sia a livello pratico, ma conferisce una grandissima spinta anche in quanto a intenzione e voglia di fare. La nostra aspirazione è quella di fare uscire un disco in futuro. In questi mesi abbiamo arrangiato il pezzo che uscirà oggi e risentirlo in questa veste mi ha emozionato tantissimo. Ho avuto poco tempo per accorgermi che questo è veramente quello che voglio fare, ma quando mi fermo e ci penso, capisco che è sempre stato il mio grande sogno. Quello che mi è capitato in questo fantastico anno rappresenta più di ciò che io abbia mai desiderato.

Di cosa parla “L’uomo più forte del mondo”?

Questo brano racconta la storia di un uomo che si crede felicissimo perché non soffre mai, si crede fortissimo perché ha creato attorno a sé muri così spessi da non permettere a niente e nessuno di valicarli.  Questa storia parla di come di fronte alle situazioni difficili, alle delusioni, alla tristezza e al dolore tendiamo a costruire delle barriere intorno a noi, alzare degli scudi per isolarci completamente rispetto al resto del mondo. Mi sono reso conto che questa reazione naturale alla sofferenza è totalmente sbagliata, ma è una cosa che tendo a fare. Questa canzone è dunque un’autocritica. Tutti siamo abituati a dare ottimi consigli agli altri che spesso non mettiamo in pratica: le canzoni che scrivo sono dei consigli a me stesso, consigli su come vorrei essere. In quello che scrivo mi piace descrivermi per come vorrei essere, per avere un’idea del percorso che voglio intraprendere in primis come persona. Scrivo nero su bianco queste riflessioni, così posso ricordarle, cantarle, ripetermele, sono impresse come un tatuaggio che non va più via. Questo testo è prima di tutto un’esortazione che rivolgo a me, un lavoro che voglio fare su me stesso. Non mi piace parlare di cose che non conosco. Nei miei testi ci sono io e le cose che mi sono più vicine. Mi piace parlare di me, delle mie fragilità e dei miei limiti, che forse somigliano a quelli degli altri. Mi sento molto parte del mondo, dell’umanità, lontano dall’idea di artista eremita che pratica l’arte in modo assoluto. Sono un ragazzo normale, un ragazzo che canta e spera che chi ascolta si riconosca nelle parole che scrivo.

Raccontami il tuo processo creativo: come nascono le tue canzoni?

Cerco di scrivere tutti i giorni. Innanzitutto perché ne sento il bisogno, in secondo luogo perché credo che sia fondamentale allenare la creatività e fare pratica per migliorarmi sempre più.

Ovviamente, tante cose che scrivo non vanno bene e devono essere scartate. Di solito parto da un tema, da un’idea, una strada da seguire e a quel punto l’ispirazione mi guida. Le revisioni sono sempre tantissime, ogni parola per me ha un grande peso quindi mi impegno in un grande lavoro di lima in ogni parte del brano.

Lo scopo è quello di riuscire ad arrivare a qualcuno, come per ogni musicista. Si vorrebbe sempre piacere a tutti e non è facile dover accettare che questo non sia possibile. All’inizio è stata dura, ma poi ho capito che colpire anche una sola persona può essere qualcosa di straordinario.

Armato solo di voce e chitarra racconti la tua storia al pubblico: ci vuole coraggio! Ci sono delle difficoltà che incontri quando scrivi?

Scrivere non è facile: non solo dal punto di vista dell’impegno, ma anche perché  ci si scontra con i propri limiti. Non è facile mettersi allo specchio e auto valutarsi, non è facile esternare sentimenti che fanno soffrire. Io penso che sia importante nella vita di ognuno imparare a mettersi in gioco e affrontare in qualche modo le fragilità che ci accorgiamo di avere. Il mio modo di farlo è questo, e forse è più intenso e doloroso di altri.

È complicato interpretare i miei stessi pezzi davanti alle persone, mettermi a nudo e raccontare. Tuttavia mi commuovo quando riesco a strappare un sorriso a qualcuno che, attraverso le mie parole, rievoca un ricordo importante o prende spunto per riflettere. Un’altra situazione spiacevole è la sensazione che ho quando scrivo tanto, ma sono costretto a  scartare altrettanto. Mi sembra di buttare via dei pezzi di me. Odio arrivare a sera e pensare di non aver combinato niente, però revisionare il giorno successivo il lavoro che ho fatto, seppur eliminando tutto o quasi, mi lascia una direzione da seguire.

Razionalmente, ho preso consapevolezza che è necessario vivere questi momenti per riuscire ad arrivare al testo che volevo. La frustrazione è solo frutto dell’istinto.

Questa canzone, L’uomo più forte del mondo, ha avuto un momento del genere?

Tantissimi. Ho in mente un periodo preciso, una settimana prima della rassegna I Re Nudi alla quale dovevo partecipare: sentivo di voler raccontare questo argomento ma non riuscivo a trovare il modo giusto per farlo. Stavo per lasciar perdere, finché ho trovato una frase che mi piaceva e in poco tempo ho scritto il brano. L’ho cantato proprio ai Re Nudi per la prima volta ed è stata una realizzazione enorme. Scrivere di una cosa che fa soffrire e non riuscirci è ancora più faticoso. Ma ora sono contentissimo del risultato e spero che possa arrivare al cuore di qualcuno.

Quale pensi che sia oggi il rapporto della città di Lecco con la musica?

Credo che a Lecco stia cambiando qualcosa, in particolare per quelli che sono gli addetti ai lavori. Le fantastiche persone che ho incontrato in questo percorso, oltre ad essere professionali e preparate, puntano tutto sulla qualità della musica, e ritengo che questo ripaghi sempre, a prescindere dalla risonanza che poi si può ottenere. A livello di live la questione è un po’ più complicata. Ci sono poche occasioni e gli organizzatori spesso tendono a non valutare la musica come una professione: si aspettano un grande ritorno economico senza voler però investire nulla. Fortunatamente ho avuto modo di partecipare alla bellissima rassegna I Re Nudi che mi ha dato modo di conoscere gente capace e interessante. È bello sapere che tante persone provano a fare qualcosa di bello.

Intervista di Alice Andrini
per LeccoNews