SILEA E LA TRASPARENZA
SUL TELERISCALDAMENTO:
“LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
È UNA CASA DI VETRO?”

La Pubblica Amministrazione è una casa di vetro?

Dovrebbe, lo impone la Costituzione e una legge del 2013 chiamata F.O.I.A., acronimo del solito assurdo inglesismo non comprensibile a tutti gli italiani.

Questa legge fissa un principio che riporto integralmente poiché poco noto anche a chi dovrebbe applicarlo, la Pubblica Amministrazione, appunto, e chi dovrebbe farlo applicare localmente, i Sindaci dei Comuni.

“La trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”.

La stessa legge garantisce l’accesso agli atti e ai documenti, al fine di cui sopra, a “chiunque” e senza bisogno di “motivazione”.

La risposta della Pubblica Amministrazione e, in particolare, da chi è stato eletto per garantire i diritti dei cittadini, i Sindaci ma anche i consiglieri comunali, maggioranza e minoranza, che stanno zitti o prestano acquiescenza, è la “secretazione” dei documenti.

Non mi interessa il merito della questione, mi interessa il principio perchè la sua violazione è un attentato alla DEMOCRAZIA che è sempre più in pericolo nel nostro Paese.

“Trasparenza” è sinonimo di “partecipazione” che è il requisito centrale della “democrazia”.

In questi giorni una società a capitale totalmente pubblico, soggetta alle regole della “trasparenza”, ha convocato un assemblea dei soci, i Comuni, per presentare un progetto economico relativo al teleriscaldamento, ripeto, per evitare fraintendimenti, non mi interessa il merito ma è un mio diritto conoscere come è gestita la “cosa pubblica”, secretando i documenti e costringendo i Sindaci e i consiglieri comunali a sottoscrivere un impegno di riservatezza per poterli visionare. La società in questione è Silea spa (Lecco), che non dovrebbe imporre limiti all’accesso ai documenti, non avendone la competenza.

Non è la prima volta che succede, è già successo con Lario Reti Holding (Lecco) che ha secretato i documenti per poter compiere un’operazione finanziaria, estranea alle funzioni e ruoli dei Comuni.

Peraltro è incomprensibile la “secretazione” e l’impegno alla riservatezza poiché la legge stessa, nello specifico l’art. 43 del TUEL (Testo Unico Enti Locali) prevede, nei casi previsti dalla legge, l’obbligo dei consiglieri comunali al segreto che è molto più impegnativo della riservatezza. Siano i Consigli Comunali a stabilire se, nel rispetto della legge, i documenti debbano rimanere segreti o meno.

Ritengo illegittima la “secretazione” anche con il riferimento, indicato nella convocazione, all’art. 53 del Codice degli appalti perchè, se l’aggiudicazione non è ancora avvenuta, anche con l’impegno alla riservatezza il citato art. 53 sarebbe violato mentre, in caso di aggiudicazione, non ne sussistono le ragioni.

La cosa che lascia ulteriormente perplessi è il fatto che “Varese Risorse spa” (A2A), probabile aggiudicatario della realizzazione dell’impianto, in project financing, esprima, con tanto di lettera allegata alla convocazione, la sua opinione in merito alla “secretazione”. Anche questo potrebbe essere una violazione all’art. 53 citato.

Aggiungo che Silea, nel caso specifico, non è l’appaltante la realizzazione del teleriscaldamento, è semplicemente la mandataria di tre Comuni, Lecco, Valmadrera e Malgrate, e, quindi, la legittimità della comunicazione di dati agli altri Comuni, estranei all’operazione e all’appalto, è, perlomeno, dubbia.

È evidente che le vere ragioni della “secretazione” sono politiche e tendono ad escludere, dalla visione dei documenti, quelle persone contrarie al teleriscaldamento che, da anni, sono al centro di un dibattito pubblico magari anche fastidioso per questa politica. Sempre per chiarezza, sottolineo che non sono mai stato parte di questo dibattito, a me interessa solo il rispetto delle regole democratiche.

Questi fatti, sicuramente censurabili, sono imputabili ai Sindaci e ai Consiglieri Comunali, di maggioranza e minoranza, che troppo spesso dimenticano o ignorano i diritti dei cittadini e, in particolare, il loro diritto alla trasparenza.

La Democrazia, come diceva una noto filosofo, si realizza dimenticando l’io personale, sostituendolo con l’io cittadino, ossia l’io collettivo, cosa che la politica attuale ha dimenticato e di cui ne stiamo pagando le conseguenze.

Vogliamo continuare ad essere dipendenti e assoggettati a qualcuno o volgiamo cambiare? Cambiare si può, anche in modo democratico, dipende da noi.

Lettera firmata da

Remo Valsecchi,
cittadino