SULLE ORME DEL MANZONI:
TRA GARLATE E PESCARENICO
CON PIERFRANCO MASTALLI

LECCO – La Conferenza Magistrale Bregaglia ha organizzato una giornata di aggiornamento professionale a Lecco e dintorni, con quattordici insegnanti che hanno seguito i racconti e le spiegazioni di Pierfranco Mastalli, già assessore al territorio della Provincia di Lecco e ricercatore della storia della Resistenza.

I temi della giornata: il periodo spagnolo del ducato di Milano nel lecchese e “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni. La prima tappa a Villa Manzoni, dimora che vide crescere il giovane Alessandro, è stata un’opportunità per conoscere la famiglia Manzoni quale importante protagonista dell’industria siderurgica lecchese.

In riva al lago di Garlate, a 4 chilometri da Lecco verso sud, si trovano i resti delle antiche mura di confine fra il ducato di Milano e la Repubblica veneta, la muraglia della Chiusa. La parte milanese del territorio era soggetta all’inquisizione spagnola, motivo di fuga per innumerevoli profughi per fede giunti anche nel territorio delle Tre Leghe. La targa commemorativa, tolta in occasione di lavori al metanodotto, non è mai stata rimessa.

Poco distante, in cima a una ripida collina, sorge il castello di Somasca, che era a cavallo del confine dei due stati. Il castello è detto dell’Innominato dato qui viveva il potente bandito cui si rivolse don Rodrigo perché faccia rapire Lucia dal convento di Monza in cui si era rifugiata. Oggi un percorso di dedizione religiosa ben curato si snoda lungo il pendio della collina: è dedicato a San Girolamo, di origini venete, patrono universale degli orfani e dellagioventù abbandonata.

Il borgo di Pescarenico, con le sue viuzze e le case addossate le une alle altre, mantiene molte caratteristiche del Seicento, quando il rione era popolato da pescatori. Il Manzoni, che ben conosceva queste zone perché confinanti con la proprietà di famiglia, citò espressamente il nucleo di Pescarenico nel suo romanzo. La chiesa dei Santi Materno e Lucia si affaccia sulla piazza intitolata a Padre Cristoforo, noto personaggio manzoniano. A Pescarenico, le peripezie di Renzo e Lucia sembrano prendere vita.