“RESISTERO’ E NON ANDRO’
IN PIAZZA…”. TREZZI CHIEDE TRASPARENZA: H-DRA’?

Caro Direttore,
hdràgiusto l’altro giorno per pubblicizzare la seconda edizione del Festival della sostenibilità hai scritto: “Canta la sirena di H-Drà: saprete resistere?”. Pur essendo ricco di tante iniziative, un bel week end da passare in piazza credo che, come Ulisse, resisterò.

Non perché metterò tappi di cera nelle orecchie, o mi legherò all’albero della nave. Sarò distratto a cercare di ricordare dopo l’H-Drà dello scorso anno cosa è accaduto. Non mi viene in mente nulla. Perché nulla è accaduto.

E visto poi che come tema di quest’anno è stata scelta l’acqua sarebbe anche buona cosa iniziare da un punto di trasparenza. Trasparente come l’acqua, appunto. E cioè, perché non c’è, ad un anno di distanza, né sul sito dei promotori, né altrove, un Bilancio economico consuntivo del precedente Festival? Sarebbe interessante e ancor prima doveroso, visto che ci sono di mezzo anche soldi pubblici.

Quindi chiedo a te Direttore che sei partner-media di far si che tali dati, obbligatoriamente, da tempo già a disposizione degli organizzatori, siano messi a disposizione pubblica.

I soldi ricevuti dai Comuni, quanti e quali, dai privati, dalle altre Istituzioni pubbliche, dalle Fondazioni, dalle associazioni partecipanti, pubblicità ed ogni altra entrata.

Nonché i soldi spesi, tendoni, stampa, affissioni, collaboratori, artisti ospiti, gadget, ect.

Non ultimo i soldi non spesi perché in carico a terzi (chi?) o abbuonati, per esempio: corrente elettrica, occupazione suolo pubblico, teatri, sale ect.

Non vorrei che si scoprisse che questo Festival non è nemmeno sostenibile senza le risorse pubbliche e dei cittadini. E sia semplicemente perciò un altro di quei bei strumenti di marketing auto-promozionali più per chi lo fa che per i fatti concreti.

Mi sembra una richiesta di trasparenza. Doverosa. Anzi che non doveva neppure esserci la necessità di avanzare perché già tutto libero, pubblico, trasparente.

Trasparente come l’acqua, appunto.

Poi possiamo anche discutere se H-drà è accaduto davvero o, invece, è e resta un percorso lastricato di parole (certo bellissime) ma che non si traducono in qualcosa di concreto.

H-drà mai che, oltre alle parole, questo Comune sia stimolato a fare anche fatti concreti?

Insomma questa Amministrazione, questi promotori, che cosa han fatto in questo tempo, in questi mesi?

Parlo di concreto e significativo (un po’ di più di qualche aperitivo, di qualche discoteca con le cuffie wifi, di qualche soldo chiesto, dato e preso, intendo). Tolto il marketing, in altre parole.

Perchè questo Comune è tutt’altro che promotore di stili di vita sostenibili.

Ha permesso, facilitato, la distruzione delle montagne con il nuovo Piano Cave. Durante il week end promuove l’acqua ma gli altri giorni ha permesso, facilitato, l’aumento della tariffa locale dell’acqua pubblica, svuotato e disatteso il referendum per la sua difesa, farloccato la mobilità sostenibile riducendo autobus e aumentando i biglietti in cambio di un finto servizio di bici pagato, per altro, ad alcuni degli stessi organizzatori di H-drà.

H-drà mai che oltre all’auto promozione e sostenibilità dei promotori ci siano fatti concreti?

H-drà?

E’ accaduto qualcosa dall’H-drà dello scorso anno?

NO.

Paolo Trezzi

 

NOTA EDITORIALE
Caro Trezzi, chiamato in causa (anche se sbagliando leggermente mira), rispondo.

In effetti l’articolo citato non l’ho realizzato io, ma lo sottoscrivo e non solo perché mi onoro di dirigere questo giornale (lo stesso che spesso ospita i suoi interventi) e dunque mi assumo ogni giorno la responsabilità di quanto viene pubblicato.
Come vede, nemmeno in questo caso ci siamo sottratti al nostro mandato: quello di dare voce a tutti, sempre – tranne in rarissimi casi “a rischio”.

Non tema che chiederemo, senza imbarazzi di sorta, i conti di questa manifestazione della quale siamo media partner (a titolo gratuito); inoltre, la nostra linea è sempre stata attenta quando non critica rispetto alle politiche ambientali del Comune e degli altri enti locali. E lei lo sa bene, avendo attaccato in materia Palazzo Bovara proprio da queste pagine.

Il quotidiano, questo deve fare: dar voce ed essere – con metafora abusata ma sempre valida – il “cane da guardia della democrazia”.
Noi come lei spesso abbaiamo. E qualche volta ci capita pure di spaventare chi attenta al buon andamento di quest’ultima.
S.T.