USURA/CONDANNATO PER “CAPPIO”
SULLA CORRUZIONE IN CITTÀ,
GILARDI CHIEDE I LAVORI SOCIALI

LECCO – Dalmazio Gilardi, condannato per l’inchiesta “Cappio” che scoperchiò un vasto giro di corruzione, ha chiesto di svolgere i lavori socialmente utili alla cascina don Guanella.

La denuncia dell’imprenditore Alberto Vaccani fece scattare l’indagine che nel gennaio 2006 portò in carcere diversi sospettati di usura, truffe, estorsioni e minacce. Gilardi ammise di essere un usuraio precisando di non aver mai mandato nessuno sul lastrico, durante il processo inoltre rifiutò il patteggiamento e la sua deposizione aiutò gli inquirenti a far luce sul vasto giro di corruzione che coinvolgeva più persone in città, facendo nomi anche dei servitori dello stato che sfruttavano la loro posizione per arricchirsi. Condannato a tre anni, due mesi e 29 giorni nel novembre scorso, Gilardi si presentò spontaneamente alla polizia penitenziaria per scontare la pena. Ora chiede di esser messo alla prova.

Il legale di Gilardi, Ruggero Panzeri, ha dunque presentato istanza al tribunale di sorveglianza di Varese avanzando la richiesta di svolgere attività e lavori socialmente utili in alternativa al carcere, e a breve arriverà la risposta.