VIA AL TELERISCALDAMENTO:
SILEA E VARESE RISORSE
NE RIVELANO IL PROGETTO

VALMADRERA – Firmato il contratto di project financing tra Silea e Varese Risorse per la realizzazione del teleriscaldamento nei comuni di Lecco, Malgrate e Valmadrera: nei prossimi mesi partiranno i lavori per la realizzazione degli impianti e della dorsale di rete che si svilupperà per 16 chilometri e potrà
permettere di riscaldare le abitazioni di 20.000 ‘abitanti equivalenti’. Termine tecnico che fa riferimento al consumo medio di energia per abitante. Quindi sarà cosa non per tutti i residenti dei tre Comuni coinvolti, ma destinata solamente a circa un terzo. Restano escluse le villette e le piccole unità abitative, mentre ne avranno accesso i condomini. Si parla anche di scuole ed edifici pubblici.

Nelle intenzioni si prevede di utilizzare tutta la tecnologia disponibile a recuperare fonti di energia che oggigiorno vengono disperse in aria o sprecate come materiale di rifiuto.  In gergo ‘cascami termici‘.

“Abbiamo raggiunto un traguardo importante, al termine di un lungo percorso di studio, confronto e approfondimento iniziato ormai 15 anni fa, a partire dalla precisa prescrizione di Regione Lombardia contenuta nell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) del 2007.  In un momento in cui temi dell’autonomia energetica e della dipendenza dalle fonti fossili estere sono prioritari nell’agenda politica nazionale, il nostro progetto fa scuola: una rete di teleriscaldamento in grado di essere alimentata esclusivamente con fonti rinnovabili” commenta il presidente di Silea, Domenico Salvadore.

In realtà durante il percorso il mondo energetico è tutto cambiato e si prevedono ancora grandissime evoluzioni, perché la scienza sta correndo al punto che perfino un esperto come il professor Mario Motta del Politecnico di Milano non riesce a definire uno scenario tra dieci anni. Visto il fermento innovativo, ha spiegato, tutto è possibile.
Unica certezza le fondi fossili verranno via via ridimensionate.

A realizzare e gestire l’infrastruttura di teleriscaldamento lecchese sarà la nuova società, in fase di costituzione, composta da Silea e Varese Risorse, società del gruppo Acsm-Agam che ha già realizzato e gestisce le reti di teleriscaldamento a Como, Varese e Monza.

La concessione avrà una durata di 33 anni. Il quadro economico prevede un investimento complessivo pari a 49 milioni di euro, in carico Varese Risorse che utilizzerà un project financing. Perché ha spiegato Giovanni Chighine, amministratore delegato della società, si tratta di un investimento elevato nelle prime fasi e con un ritorno lento. “Abbiamo messo a punto un progetto assolutamente innovativo sotto il profilo delle tecnologie utilizzate e all’avanguardia sotto l’aspetto ambientale” – ha inoltre sottolineato – “le fonti che alimenteranno il teleriscaldamento a partire dalla scadenza dell’AIA saranno unicamente green. Il nostro impegno, attraverso la nuova società per la realizzazione dell’opera, sarà quello di minimizzare quanto più possibile gli inevitabili impatti dei cantieri, attraverso una comunicazione puntuale e trasparente”.

Una volta finito la struttura la pipeline (la rete di distribuzione) e tutti gli impianti, il compito di gestire il teleriscaldamento sarà affidato a una società non ancora creata di cui Silea possiederà il 30%, mentre il restante 70% sarà in mano a Varese Risorse.

“Questo progetto rappresenta una straordinaria opportunità per il futuro del territorio, perché lo dota di una infrastruttura di rete alimentata da energia pulita che potrà supportarne lo sviluppo in termini qualitativi” chiosa il presidente di Acsm Agam Marco Canzi.

I poli di produzione del calore
Il progetto prevede la realizzazione di due poli di produzione del calore. Il primo polo sarà localizzato
nell’area di Silea a Valmadrera, dove è previsto – fino alla scadenza della vigente AIA – il massimo
recupero termico derivante dal processo di termovalorizzazione dei rifiuti, sfruttando il calore prodotto
dall’impianto attualmente dissipato in atmosfera. Sempre nell’area di Silea è prevista l’installazione di
impianti di cogenerazione e caldaie di back-up (back-up da far andare a metano).

Il secondo polo sarà localizzato presso il sito industriale di Caleotto (Gruppo Feralpi) a Lecco dove è prevista una capacità di produzione calore incentrata sul recupero dei cascami termici derivanti dal processo produttivo di laminazione e sulla cogenerazione (energia elettrica più termica).

I lavori
La dorsale di distribuzione si estenderà per 16 chilometri, cui si aggiungeranno le ramificazioni finali verso le utenze. I lavori per la posa delle reti si svilupperanno in contemporanea dai due poli di Lecco e Valmadrera. L’inizio dei primi tratti di cantiere è previsto già durante l’estate 2022: entro la fine 2023 potranno essere realizzati i primi allacciamenti, mentre il completamento della rete nella sua interezza è previsto
nel 2026.

Di grande importanza sarà l’attraversamento del fiume Adda, inizialmente ipotizzato mediante un micro tunnel sotto l’alveo del fiume: la progettazione definitiva colloca le tubazioni all’interno del marciapiede del ponte Kennedy a regime non prima del 2026.

I benefici ambientali
Grazie allo spegnimento delle singole caldaie domestiche ed all’utilizzo di fonti rinnovabili, nell’arco di tempo della concessione sarà complessivamente possibile evitare l’emissione in atmosfera di 700.000 tonnellate di CO2, per un risparmio pari a 100.000 tonnellate equivalenti di petrolio. Gli impianti produrranno annualmente circa 68 GWh di energia termica: nel periodo di funzionamento del termovalorizzatore, lo smaltimento dei rifiuti inciderà mediamente per il 40% del totale.

Un’analisi dettagliata svolta dal Politecnico di Milano ha evidenziato come il progetto sia in linea con i nuovi indirizzi europei in materia di “tassonomia green” e finanza sostenibile, con progressiva riduzione di anidride carbonica sino a raggiungere l’obiettivo di carbon neutrality.

Nel periodo post-termovalorizzatore il sistema utilizzerà energia termica prodotta dal recupero dei cascami termici, da pompe di calore ad alta efficienza energetica e cogeneratori alimentati con biometano ed energia elettrica da fonti rinnovabili certificate.

Il progetto prevede inoltre la possibilità di realizzare un impianto solare termico.
“La produzione di energia termica per il teleriscaldamento, così come la produzione di biometano che ci
apprestiamo ad avviare presso l’impianto di compostaggio, si inserisce nel nostro percorso di sviluppo
nell’economia circolare, con riferimento alla valorizzazione dell’energia da rifiuti – conclude Pietro Antonio D’Alema, direttore generale di Silea – In questo progetto c’è anche qualcosa in più. La rete di teleriscaldamento che verrà realizzata consentirà di creare una grande “comunità energetica”, indipendente dal termovalorizzatore. Nella rete potrà essere immesso anche il calore, attualmente non sfruttato, generato dalle attività produttive. Si tratta di un asset che in futuro potrà essere al servizio di soluzioni tecnologiche oggi non ancora disponibili”.