WALL STREET, 23 ANNI DOPO.
QLL: “PROMUOVERE UN PERCORSO
DI STORIA E DOCUMENTAZIONE”

Gentile redazione,
il 19 novembre del 1994 il Tribunale di Lecco ordinava la confisca di tutti i beni intestati ai componenti del clan ‘ndranghetistico capeggiato da Franco Trovato, egemone allora in buona parte del territorio lombardo. In quel patrimonio c’era anche un frequentatissimo ristorante-pizzeria di via Belfiore: “Wall Street”.
 
Nella sentenza di primo grado del maggio 1996 del maxi-processo che porta proprio il nome del locale (divenuta definitiva nel febbraio 2002), si legge che l’ex pizzeria rappresentava il “vero e proprio ‘quartier generale’ dell’associazione” mafiosa. Chi si azzardò a violarlo, presentandosi armato e chiedendo insistentemente di Trovato, fu ammazzato (Paolo Cirnigliaro, 10 novembre 1990).
 
Ci sono voluti 23 anni di rinvii e sei diverse proposte di riutilizzo per poter “rivedere” aperta Wall Street. Anzi, “Fiore”, che è il nuovo nome del locale che inaugura il 21 marzo e che aprirà ufficialmente il primo aprile (la scelta di cancellare il riferimento a “Wall Street”, un luogo fondamentale e un processo storico, è infelice). 
 
Dopo i gravi fatti dell’inchiesta “Metastasi” (aprile 2014),  per superare un certo imbarazzo, le istituzioni locali assicurarono un rilancio dell’immobile a tempi da record: “la prima pizza sfornata il primo maggio 2015”. Sono trascorsi altri due anni. Fa nulla, in questa triste storia ormai “tutto è perdonato”.

L’unico appello che ci sentiamo di (ri)fare al Comune di Lecco e ai gestori del locale è quello di promuovere davvero dentro i locali di Wall Street un percorso serio di storia e documentazione di quel che è stata e quel che è ancora la ‘ndrangheta a Lecco.
Qui Lecco Libera