LETTERA/ESISTE UN’ALTERNATIVA
A QUESTO GOVERNO?”

Giudicare questo governo dopo 9 mesi dal suo insediamento è un esercizio ormai ampiamente diffuso sia nel chiacchiericcio da bar che nelle analisi dei talk show ( e non si sa bene quale sia l’ambito più stucchevole ).

Questo non vieta affatto la formazione di una propria opinione, anzi la rende più doverosa.

La mia idea, da cittadino comune, è quella che ci siano luci ed ombre nell’operato di questo “contratto di governo” che però, al di là dei contenuti, rimanda ad un interrogativo ineludibile : esiste un’alternativa a questo governo?

E’ da questa esigenza di concretezza che vorrei partire per avviare una disamina che ponga l’interesse collettivo ( soprattutto dei ceti meno abbienti) al centro di ogni considerazione di merito.

Inutile dire che l’accoppiata tra 5 Stelle (per cui “laicamente” simpatizzo) e Lega di Salvini rappresenti una evidente forzatura vista la diversa cultura politica che contraddistingue i due contraenti di governo (basti pensare alla continua “frizione” su vari temi di non poco conto). Occorre anche, per oggettività, saper riconoscere che questa forzatura, visti gli sviluppi a tutto campo intercorsi nelle varie trattative all’origine, non sembrava, per reciproche responsabilità, fornire auspicabili alternative per chi sperava in un effettivo cambiamento.

Quindi questa compagine governativa è apparsa ai più la meno peggio rispetto ad un governo del cosiddetto centro destra.

Per la verità al sottoscritto risultava provocatoriamente percorribile pure un ritorno alla elezioni che, ridefinendo con più nitidezza la posizione delle singole forze politiche rispetto alle scelte di fondo, consentisse al cittadino elettore di operare una valutazione più consapevole. Ma tant’è così non è successo.

Partendo da questo concreto assunto il soppesare l’operato di questo primo periodo non può non avere come stella polare quell’indicatore per me centrale su cui giudicare qualsiasi governo e cioè l’effettiva lotta alle diseguaglianze, vero indicatore di civiltà, sempre più marcate prodotte da questo sistema neoliberista planetario intrinsecamente inequo (per dirla come papa Francesco).

Il cosiddetto “reddito di cittadinanza”, il “decreto dignità”, la contestazione di un diffuso processo di “privatizzazioni” (servizio idrico e autostradale), l’inizio di un’azione riequilibratrice a favore dei meno abbienti e dei meno sinora ascoltati (pensioni d’oro non coperte da contribuzione, quota 100 per le pensioni, aiuti vari alle partite iva di minor fatturato e alla piccola imprenditoria …), alcune norme contro lo strapotere bancario e finanziario come pure la stretta erariale sul gioco d’azzardo e sull’ideologia del profitto H 24, una trattativa con un’ Europa impregnata fino al midollo di neo liberismo mercatista ecc. ecc. . Sono questi alcuni aspetti a mio parere qualificanti.

Naturalmente non tutte queste cose sono scevre da parziali contraddizioni (pseudocondoni o norme applicative da perfezionare, penalizzazione fiscale del cosiddetto 3° settore – peraltro sembra in via di rimozione come peraltro, a mio avviso, sia necessitato da un’azione legislativa che ne riduca i possibili margini “speculativi” …) ma il segnale d’inversione di una politica che era spesso al servizio dei più forti mi appare chiaro.

E questo mi sembra oggettivamente più attribuibile all’azione della componente pentastellata ( è un caso che sia la più attaccata dal sistema di potere ? ) che di quella salviniana, che pure ha contribuito a smuovere un’Europa ipocrita rispetto ai flussi migratori.

Su quest’ultimi aspetti la Lega, come il proprio corrispettivo fronte piddino, dimostra tutta la sua carica di strumentalità propagandistica alternando elementi di oggettivo tentativo di governo dei flussi ad azioni di anacronistica politica allarmistica che addirittura può rischiare di arrivare nei fatti a compromettere quella sicurezza dei cittadini tanto a parole decantata (vedasi alcuni aspetti del “decreto sicurezza”).

Un’altra vicenda recente ( per la verità due ) a mio parere anacronistica riguarda l’atteggiamento che ha assunto il sindacato (di cui ancora e a fatica continuo a far parte ), che mi sembra purtroppo sempre più impegnato a supportare la propria autoreferenzialità piuttosto che a garantire una effettiva lotta alle disuguaglianze strutturali :

La prima è lo sciopero contro la preannunciata riforma del servizio idrico che cerca di recepire lo spirito e la sostanza del referendum popolare del 2011 : non si è mai visto un sindacato, che dice di difendere gli interessi dei cittadini più deboli, scioperare, peraltro con analoghe motivazioni dei gruppi “padronali”, nei confronti di un’espressione referendaria popolare maggioritaria.

La seconda è l’aspra critica, con relativa formale mobilitazione, contro il solo parziale adeguamento delle pensioni penalizzando (in forma peraltro molto ridotta e comunque progressiva) le fasce sopra 3 volte la pensione minima, e comunque meno penalizzante rispetto a quello ipotizzato dal precedente governo per le fasce medio-basse. Senza dimenticare lo stridente parallelismo con “l’enorme resistenza”, con ben 3 ore di sciopero, investite in passato contro la legge Fornero.

Ma è sulla sopra accennata trattativa con l’Europa che mi vorrei più soffermare :

era partita bene contestandone a fondo paradigmi e parametri per poi purtroppo finire con l’accettarli anche se in forma attenuata.

A fronte di questa affievolita carica di cambiamento delle “regole” europee (qualcuno la definisce realistica visto il colpevole isolamento prodotto nei nostri confronti dagli altri Stati e soprattutto dal presunto stress dei cosiddetti mercati veicolato in modo martellante dai media del mainstream) non si può non sottolineare che una grossa mano all’impasse del governo Conte (peraltro sempre dignitoso nella sua persona) sia stato fornito dal coro di quasi tutte le opposizioni che hanno fatto a gara nel depotenziare le legittime aspirazioni di una politica autonoma di uno stato sovrano di non secondario peso anche economico quale il nostro.

Poteva ( e spero perlomeno potrà in futuro) rappresentare un tentativo apripista che doveva potersi saldare con auspicabili analoghe volontà di altri Stati sensibili alla questione democratica non subordinata alla “dittatura” di regole mercatiste a prevalenza monetaria e finanziaria. Ecco il perché dell’accanimento delle varie burocrazie europee : il nostro poteva costituire un pericoloso quanto “esportabile” precedente per il sistema !

Significativo, a mo’ di semplice e contraddittorio esempio, le reciproche ed opposte rappresentazioni veicolate dalle varie componenti dell’opposizione nel nostro Paese relative a questa manovra di bilancio definita la più di sinistra dalle destre e la più di destra dalle cosiddette sinistre (a parte qualche contenuta eccezione).

Ma a proposito di questa Europa mi sia consentito porre una banale quanto centrale domanda :

MA QUESTA EUROPA VA RIFORMATA O NO ?

Una delle più grandi stranezze in questi periodi di politica concitata e non priva di grandi contraddizioni è quell’ambiguità di fondo per cui da una parte tutti sostengono la non rinviabilità di una profonda riforma dell’attuale architettura dell’Unione Europea e dall’altra si affrettano in concreto ad affossare qualunque pur timido tentativo d’introduzione di nuove regole e prassi.

Regole e prassi che facciano finalmente riemergere le condivisibilissime intenzioni dei padri fondatori ridando un’anima ad una Europa che, nei fatti, risulta ora al servizio degli interessi solo di pochi ed in particolare, non certo casualmente, delle élite finanziarie.

Per essere schietti fino in fondo più che parlare di ambiguità bisognerebbe parlare apertamente di attuale ipocrisia a cui contrapporre realmente da un lato l’attuazione dei principi ispiratori ma dall’altro una vera e propria rifondazione delle regole su cui nei fatti si è costruita.

Infine, nonostante il saldo, per ora e come cercavo di argomentare, sia per me ancora positivo non posso non registrare da parte dei 5 Stelle alcune criticità che non condivido quali le recenti espulsioni e le pesanti limitazioni del dibattito parlamentare nell’iter di approvazione di questa manovra di bilancio, come l’equiparazione da parte di Di Maio della recentissima contestazione operata da alcuni sindaci circa alcuni aspetti del cosiddetto “decreto sicurezza”, a pura propaganda.

Ma questo mi riporta alla valutazione circa l’effettiva capacità di questo movimento di essere da solo portatore di un cambiamento strutturale dei paradigmi di questo pensiero unico neoliberista e quindi ritorna l’interrogativo iniziale :

esiste un’alternativa a questo governo che vada in quella direzione ?

A tutte le forze che si ispirano realmente ad una maggior giustizia sociale ed alla preminenza dell’Uomo su qualsiasi sistema socio economico, fare passi in questa direzione.

Una cosa è certa : non mi stancherò mai di ripeterlo, questo sistema attuale con i suoi squilibri strutturali , non potrà reggere a lungo senza innescare sconquassi di ogni genere !

A tutti “gli uomini di buona volontà” porvi rimedio a tutti i livelli. Da quello locale e quotidiano a quello planetario !


G
ermano Bosisio