“25 APRILE! JE SUIS HARISSA”
LETTERA PUBBLICA DI ANGELIBUSI
SULLE STRAGI DEL FANATISMO

ANGELIBUSI VOLANTINI PD8 gennaio 2015: Parigi
… non li conoscevo, sapevo appena che esisteva il loro giornale. Purtroppo non sono più solo dei nomi. Sono le vittime di vigliacchi assassini. Ciò che più mi sconvolge, in un mondo in  cui la violenza vera e virtuale sono pane quotidiano, è la pretesa  di agire in nome e per conto di ordini divini. Il grido di dolore che si leva con l’assassinio dei dodici concittadini francesi deve essere quello di tutte le persone libere. Libere dall’odio e dal fanatismo che lo alimenta. Libere dalla pretesa di essere i destinatari della verità. Libere di vivere senza la paura che qualcuno si possa facilmente travestire da consacrato giustiziere e farsi beffa della vita altrui, nella nostra colpevole indifferenza. Libere di difendere con determinazione, coraggio e saggezza la propria e l’altrui libertà. 

Libertà che l’Europa, principale e colpevole campo di battaglia della seconda guerra mondiale, sa oggi esprimere come progetto concreto e vissuto di convivenza civile e pacifica. 

2 aprile 2015: Garissa Kenya
… non li conoscevo, non sapevo nemmeno esistesse l’università di Garissa. Purtroppo ora non sono più solo degli studenti. Sono le vittime di vigliacchi assassini che spero saranno presto catturati e puniti. Sono vittime di di una violenza che almeno apparentemente non cerca giustificazione, che si vuole e si descrive come “giusta” perché attraverso l’eliminazione del diverso, dell’empio miscredente certifica, dogmatizza e glorifica la propria visione del mondo.  In Kenya come in Francia il grido di dolore che si leva con l’assassinio dei 150 e forse più giovani deve essere quello di tutte le persone libere. Libere dall’odio e dal fanatismo che lo alimenta. Libere di difendere la propria e l’altrui libertà.  

Libertà che l’Africa terra di dominio coloniale  negli ultimi secoli ha conosciuto poco. 

Libertà che l’Africa culla della civiltà e in un più recente passato luogo della vittoria contro la segregazione e l’apartheid, deve ricercare ed esprimere rifiutando il tentativo di trasformare in motivo di guerra civile la libertà di professare e di esprimere liberamente il proprio credo e il proprio pensiero.

Forse sarà troppo poco, ma credo che a noi spetti almeno il grato compito di rinvigorire e continuare il nostro impegno a difesa di quella stessa Libertà e di quei valori che sono il fondamento della nostra democrazia, della nostra Costituzione e della nostra Repubblica e che  ricordiamo, ribadiamo e attualizziamo  il 25 Aprile Festa della Liberazione.

Stefano Angelibusi
Consigliere Comunale Lecco