Il gravissimo episodio di bracconaggio di due ibis eremita, ultimo di una serie di abbattimenti a fucilate da parte di un cacciatore di questi importanti uccelli frutto di una spettacolare collaborazione uomo-animale, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
La soluzione è unica e inderogabile: basta personaggi che si aggirano nell’ambiente con il fucile; basta armieri; basta politici conniventi.
Basta!
Almeno la decenza di non affermare, da parte del mondo venatorio, la falsità scientificamente dimostrabile del cacciatore bioregolatore. Questa debole e patetica scusa offende chiunque abbia rispetto della vita, oltre che essere usata per giustificare il divertimento di uccidere di individui che rubano alla natura il diritto di essere e alle persone comuni il diritto di godere la presenza di un creato vivo e non morto e sanguinante sul terreno.
L’unico motivo di speranza è che essendosi rotto il velo che ha nascosto per anni le malefatte di una minoranza tossica si vedono finalmente concreti segnali che fanno presagire la nascita di una struttura organizzata che, finalizzata alla totale abolizione della caccia, spazzerà via tutto ciò che ruota intorno all’anacronistico mondo venatorio, politici conniventi compresi.
Sandro Lavelli
Delegato responsabile L.A.C. sezione provincia di Lecco
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