ACQUA, LEGA NORD A GAMBA TESA SUL PD: “LORO FALSI PALADINI”

arrigoni paoloLECCO – “I falsi paladini dell’acqua pubblica che, come spesso accade, parlano in un modo e poi si comportano diversamente, sono gli esponenti del Pd, non certo noi della Lega nord”. Il senatore e capogruppo del Carroccio in Provincia Paolo Arrigoni e il commissario provinciale Giulio De Capitani rispondono per le rime all’accusa del Movimento 5 Stelle lecchese secondo cui anche la Lega, insieme ad altre forze politiche come il Pd, sarebbe responsabile – con l’affidamento del servizio idrico integrato a Idroservice/Lario Reti Holding – di avere posto di fatto l’acqua pubblica all’interno di logiche di mercato, portando così il “Comitato Lecchese Acqua Pubblica” a depositare un esposto presso la Procura Regionale della Corte dei Conti.

“Sul percorso durato anni per giungere all’atto finale dell’affidamento del servizio – proseguono -, la Lega ha sempre avuto un comportamento chiaro, non ondivago e condiviso: sia tra i propri sindaci sia tra i propri rappresentanti in Provincia. Abbiamo sempre chiesto e operato perché nel Lecchese il servizio idrico inregrato venisse affidato “In House” a una società pubblica di primo livello, direttamente controllata dai comuni; dunque ancora a Idrolario (ritenuta idonea da Anea, l’Associazione nazionale autorià ed enti di ambito) o, in alternativa, a un nuovo soggetto avente tutti i requisiti previsti dalla legge e rispondente alla volontà popolare. In coerenza, il nostro gruppo in Provincia, in occasione del Consiglio del 16 dicembre 2013, non ha votato l’affidamento a Idroservice/Lrh dichiarandolo illegittimo”, sottolineano Arrigoni e De Capitani.

“La Lega Nord ha ripetutamente dichiarato che dietro la soppressione di Idrolario in favore dell’affidamento a Idroservice, voluto da Pd e avallato dal Pdl (oggi Fi e Ncd), anche attraverso le scelte irresponsabili dei loro sindaci, c’è una strategia politica, volta ad allargare il sistema di potere del gruppo Lario Reti Holding, creato alle spalle dei cittadini, e tesa a controllare un servizio per la durata di ben vent’anni, che vale un miliardo di euro e che consente di gestire non solo acqua, fognatura e depurazione ma, attraverso questo, pure il consenso, incarichi professionali, appalti succulenti e mire personali di amministratori che dettano linee politiche”.