INIZIATI AL CANILE DI LECCO
I PRIMI TRASFERIMENTI. L’ENPA: “STUDIAMO UN RICORSO”

LECCO – Soncanile di lecco (52)o cominciati proprio in questi giorni i primi trasferimenti dal canile di Lecco: tutti gli ottanta randagi verranno definitivamente spostati in strutture di comuni vicini entro il 31 luglio.

Una data che, come noteranno subito coloro che hanno seguito l’accesa polemica di questi mesi, non è quella inizialmente prevista dal Comune: “Il canile avrebbe dovuto essere chiuso a fine giugno, ma la Cooperativa Due Mani, che si occupa delle attività mattutine, si è vista prorogare il contratto di un mese, perché in Comune si sono resi conto che il tempo non sarebbe bastato a trasferire tutti i cani senza casa.” spiega Valentina Mainetti, volontaria responsabile dei volontari del canile.

“Secondo noi è mancata una precisa volontà, specialmente considerando che i volontari e le associazioni ENPA, ZampAmica e LAV, avevano presentato ad aprile un progetto di ristrutturazione di base, chiedendo una proroga, non concessa, fino a settembre, in modo da non spostare i cani e ‘tamponare’ i problemi più gravi mantenendo un servizio importante per un capoluogo di provincia, in attesa della costruzione del parco-canile promesso.” Dunque un mese fa davvero la differenza? Tanto più che la zona non è dichiarata a norma non per le condizioni dei cani ma per ‘accorgimenti tecnici’ determinati dal fatto che la struttura è datata (ad esempio pareti in cemento e non in plastica, dunque non lavabili come richiesto dalla legge). Perplessità che si aggiungono a quelle già sollevate nei mesi precedenti ad esempio sul fatto che il canile ASL, all’interno della zona del canile comunale, sia stato autocertificato come rispettoso della normativa, quando però l’intera area è stata dichiarata non a norma. Fra tanti dubbi un’unica certezza: “E’ chiaro che il canile non ha chiuso per migliorie, cercheremo di avere il parco-canile promesso ma viviamo questo sgombero come la fine di tutto”.

“Siamo infatti molto sfiduciati per come il comune ha gestito la questione, anche a fronte della grande mobilitazione da parte della cittadinanza, che sinceramente non ci aspettavamo” – aggiunge commossa Valentina – “Noi come volontari non dubitiamo che nei nuovi canili ci siano altrettante persone disposte ad occuparsi con altrettanta attenzione e passione dei nostri amici a quattro zampe, ma è innegabile che, specialmente per gli animali più anziani o problematici, il trasferimento sia un trauma incredibile, che si sarebbe potuto evitare“.

 

canile di lecco (16)Dello stesso parere Luigi Mauri, presidente dell’Enpa, che conferma: “Abbiamo chiesto a due medici veterinari della SIUA, Scuola Interazione Uomo Animale, di valutare l’impatto del trasferimento sui singoli cani: lo spostamento è fonte di stress e in alcuni casi potremmo dover sedare gli animali, con tutti i rischi che un’anestesia comporta, compreso quello di morte.”

Ma c’è ancora una piccola speranza: all’inizio di luglio le associazioni avevano presentato al prefetto un miniprogetto per consentire di tenere nel canile di Lecco i cani più problematici, spostandone la metà, più giovane e adattabile, in altre strutture: “Abbiamo ancora fiducia nel prefetto, speriamo faccia da mediatore con Comune e Asl: il grosso degli animali più vecchi sarà l’ultimo ad essere trasferito, quindi incrociamo le dita: se una data di proroga può essere spostata, allora lo si può fare anche per un’altra.” Altrimenti? “Altrimenti stiamo valutando con i nostri legali un ricorso alla Procura per maltrattamento di animali”.

Chiara Vassena