ANPI, UNA SEZIONE ALLA CGIL
INTITOLATA A PINO GALBANI

LECCO – Costituita la sezione Anpi della sede della Cgil Lecco in via Besonda. I partecipanti, alla presenza del Presidente dell’Anpi Provinciale Enrico Avagnina, hanno deciso di intitolare la neonata sezione a Pino Galbani, fiero oppositore del regime fascista e sindacalista in prima linea nel grande sciopero cittadino del marzo 1944, a causa del quale venne deportato nel lager di Mauthausen.

La creazione di una Sezione Anpi all’interno della Camera del Lavoro onora l’impegno preso dai delegati della Cgil Lecco al XV Congresso Provinciale dell’Associazione, svoltosi lo scorso gennaio. Al momento dell’atto costitutivo la Sezione può contare su 50 iscritti, impegnati sia nelle attività di tutela collettiva (sindacalisti delle categorie e della Segreteria confederale) che nell’ambito della tutela individuale (Patronato Inca, Caaf, Ufficio Vertenze, pensionati volontari).

Su proposta del Segretario Generale Cgil Lecco, Diego Riva, i presenti hanno eletto come presidente di Sezione Dario Crippa, che all’interno del sindacato si occupa di comunicazione, politiche sociali e rapporti con le associazioni. “Proprio la volontà di rafforzare i legami con le realtà associative con cui la Cgil collabora e condivide storia e valori, come appunto l’Anpi ma anche l’Associazione Pio Galli, sta alla base dell’iniziativa – spiega Crippa -: crediamo, infatti, sia necessario allargare le nostre attività oltre il tradizionale perimetro sindacale incentrato sul luogo di lavoro, perché nel territorio operano soggetti portatori di istanze e culture utili a mettere in campo progetti di cambiamento”.

“Ringrazio le compagne e i compagni per la fiducia. Credo che un’iniziativa di questo tipo, in prossimità della Festa di Liberazione, sia una significativa dimostrazione di attaccamento ai valori della Resistenza. Non si tratta di ideali sorpassati: essere partigiani e resistenti, oggi, vuol dire rimanere fedeli a quegli stessi principi di legalità e giustizia sociale, anche nei momenti in cui possono apparire impopolari, e non transigere sulla loro applicazione nel mondo del lavoro” conclude Crippa.