APERTA LA CACCIA AI CINGHIALI:
IL COMMENTO DI ROSSI E NAVA

antonio rossi regioneLECCO – Approvato oggi in Regione Lombardia il documento che apre la caccia al cinghiale nel territorio lecchese. Un provvedimento che interesserà almeno 250 cacciatori già abilitati e che si accompagna alle gabbie della Provincia che in un anno hanno catturato 120 esemplari.

L’obiettivo del provvedimento è abbattere il numero di cinghiali, la cui popolazione in questi ultimi anni è cresciuta notevolmente creando danni alle coltivazioni.

Antonio Rossi e Daniele Nava dal Pirellone definiscono la decisione della giunta lombarda “una misura utile alla sicurezza e a prevenire danni alla biodiversità”.

“Sul nostro territorio da tempo si vive una vera e propria emergenza dovuta all’altissima presenza di cinghiali. L’apertura della caccia agli ungulati decisa oggi rientra negli interventi utili al contenimento numerico della specie ed era una misura da tempo attesa dal territorio”. Antonio Rossi e Daniele Nava – rispettivamente assessore regionale allo Sport e alle Politiche per i giovani e Sottosegretario alle Riforme Istituzionali, agli Enti Locali, alle Sedi Territoriali e alla Programmazione Negoziata – commentano con soddisfazione l’approvazione in Giunta regionale della delibera sulle “Determinazioni in ordine al prelievo venatorio del cinghiale nel territorio provinciale di Lecco”.

Daniele Nava_1“Dobbiamo ringraziare l’assessore all’Agricoltura Giovanni Fava e il consigliere regionale Antonello Formenti, che presentò la mozione poi approvata a luglio, – aggiungono i due esponenti della Giunta lombarda – per avere offerto una pronta risposta alla situazione di emergenza venutasi a creare negli ultimi anni a livello regionale, in particolare nel Lecchese, a causa della proliferazione delle popolazioni di cinghiale con incremento dei danni alle aziende agricole, ma pure con pregiudizio per la biodiversità, la pubblica incolumità e la sicurezza dei trasporti”.

“Purtroppo in questi ultimi anni sono state numerose le segnalazioni di presenza, nonché l’aumento delle richieste di indennizzo di danni provocati da questa specie sul territorio della provincia di Lecco. Sino ad oggi il controllo numerico del cinghiale su questo territorio è stato attuato quasi esclusivamente tramite contenimento riduttivo. Era quindi necessario prevedere la possibilità di esercitare il prelievo venatorio per limitare la crescita esponenziale di questo problema, che negli ultimi anni è aumentato sino a raggiungere gli attuali livelli di guardia . Per questo e ancora una volta Regione Lombardia si mostra sensibile alle richieste che arrivano dai cittadini e dagli enti locali, e attenta alle necessità e ai bisogni di un territorio in continua evoluzione”, concludono Rossi e Nava.