FERMATE LE STRAGI:
“NOI TUTTI MIGRANTI”
DAVANTI ALLA PREFETTURA

 

basta stragi presidioLECCO – “Siamo qui per chiedere al Governo e all’Unione Europea di assumere una posizione ferma e di prendere decisioni urgenti”. Questo il messaggio che Guerrino Donegà, segretario Cgil di Lecco e membro del comitato “Noi tutti migranti” ha lanciato di fronte alla Prefettura di Lecco, martedì 21 aprile, in occasione del presidio in concomitanza con la mobilitazione nazionale per fermare i massacri del Mediterraneo. “Basta stragi” è la scritta che è stata simbolicamente appesa in strada.

“È nostro dovere mettere in atto misure per difendere gli immigrati – ha continuato – A fronte di questa ennesima tragedia chiediamo che venga ripristinato Mare Nostrum e che si faccia tutto il possibile per riaprire quei canali umanitari che possano aiutare questi immigrati che stanno rischiando la loro vita per fuggire da una situazione ben peggiore che affrontano nei loro paesi d’origine”. Ma Donegà si è detto preoccupato anche dai segnali lanciati dall’Unione Europea:”Non condivido chi sostiene una possibile azione militare. Contro chi e cosa si combatterebbe? Non è una situazione che va affrontata con le armi. L’Unione Europea dovrebbe cambiare il proprio atteggiamento di disinteresse. È vero che gli immigrati arrivano sulle nostre coste ma non è giusto che solo l’Italia debba farsene carico”.

basta stragi presidioUna delegazione del comitato “Noi tutti migranti” è stata, poi, accolta dal Prefetto di Lecco. Intanto ai partecipanti e ai passanti è stato consegnato un volantino che recita così:”In una settimana più di mille morti in due stragi annunciate. Stragi che hanno responsabilità precise: le scelte politiche e le leggi dei governi dell’UE (compreso quello italiano) che consegnano le persone in cerca di protezione nelle mani dei mercanti di morte. Aumentando controlli e mezzi per pattugliare le frontiere non si fermeranno le stragi come dimostra quest’ultima tragedia, in cui i morti potrebbero addirittura essere 900, avvenuta a poche ore da quella che ha portato a morire altre 400 persone. Chi scappa per salvare la propria vita e quella dei suoi cari non si ferma davanti al rischio di morire in mare. Non c’è più tempo da perdere. Si aprano subito vie d’accesso legali, canali umanitari, unico modo per evitare i viaggi della morte. Il governo italiano, in attesa che sia la Ue a farsene carico, riattivi subito un programma di ricerca e salvataggio in tutta l’area del Mediterraneo. Chieda contemporaneamente all’UE di farsi carico di un programma di ricerca e salvataggio europeo. Si sospenda il regolamento Dublino e si consenta alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi. Questi morti non consentono a nessuno di perdere tempo e continuare a pronunciare parole vuote. Sono persone in carne e ossa. E invece sembrano fantasmi”.

E.P.