CALOLZIOCORTE – Nel consiglio comunale di giovedì sera, tra i punti in esame, ha spiccato la richiesta di dimissioni per il vicepresidente del Cda di Fondazione monastero del Lavello.
Nelle comunicazioni iniziali, il sindaco Marco Ghezzi ha segnalato una variazione di bilancio urgente per la rottura della caldaia del municipio, il cui costo per la sostituzione è pari a 170mila euro. A seguire la necessità di altri due consigli comunali, uno tra 10-15 giorni e un altro a fine novembre, per presentare il Documento unico di programmazione e il bilancio preventivo e approvare il piano di ristrutturazione del centro di raccolta.
Riguardo il centro di raccolta la capogruppo di minoranza Sonia Mazzoleni ha evidenziato le attuali scarse condizioni igieniche del centro, sollecitando un richiamo a Silea, e ha invocato il rispetto dei turni per l’accesso alle utenze non domestiche, spesso in entrata anche in altri giorni.
Il primo punto trattato ha riguardato una modifica al Documento Unico di Programmazione (DUP 2023/2025), con la quinta variazione di competenza e di cassa al bilancio di previsione finanziario 2023/2025 annualità 2023-2024-2025: questa ha riguardato interventi già citati nello scorso consiglio comunale come la sostituzione dei pali della luce di via Grandi e altre spese come le attrezzature degli edifici comunali e i rincari energetici. Ai voti la maggioranza ha approvato, con la minoranza astenuta.
Il secondo punto ha riguardato le novità previste nel piano per il diritto allo studio 2023/2024: il vicesindaco Aldo Valsecchi ha evidenziato come questo piano si prefigga di “dare ai ragazzi nuovi ambienti, efficaci e innovativi, in cui possano esprimere il meglio di sé” e li ha elencati; tra questi spiccano la fase di ampliamento del plesso di Sala e nuovi spazi nelle palazzine di Foppenico, tra cui il laboratorio 3. I costi totali previsti ammontano a 350mila e 800 euro, con il rischio di aumenti legati alla complessa situazione dei conflitti in atto. Sono inoltre stati messi a disposizione dell’Istituto comprensivo 37mila euro, su base annua nel bilancio triennale, per poter programmare gli acquisti in maggiore autonomia.
Altre misure riguardano il sostegno alle famiglie in difficoltà e la figura degli educatori di plesso, figura educativa stabile nel plesso in collaborazione con il corpo docenti a sostegno degli studenti, e il Cre estivo per la scuola dell’infanzia e per i primi due anni della scuola primaria, su cui la minoranza chiede l’estensione a tutti gli alunni della primaria e per cui Diego Colosimo di Cambia Calolzio aggiunge l’utilità di un servizio di doposcuola.
Un tema dibattuto su questo punto è stato quello del progetto Metodo Montessori, che ha coinvolto le scuole di Erve e Monte Marenzo e ha portato molti studenti del comune ad iscriversi proprio a Monte Marenzo: con la chiusura del progetto triennale ad Erve, costato 30mila euro, il rischio, secondo la consigliera di minoranza Anna Bruna Frigerio, è quello di andare a “perdere” ulteriori studenti e di aver perso fondi utili per il resto del plesso. Ciò si ricollega alla difficile gestione dell’Istituto comprensivo, il più grande della Lombardia, che in 13 anni ha visto avvicendarsi 7 dirigenti.
Il terzo e il quarto punto hanno avuto in oggetto le convenzioni tra il comune di Carenno e di Calolziocorte per il servizio di trasporto di alunni e le convenzioni tra il comune di Monte Marenzo e di Calolziocorte per il trasporto di alunni della primaria di Monte Marenzo residenti a Calolziocorte. Riguardo ciò, la consigliera di minoranza Wilma De’ Flumeri ha evidenziato le difficoltà per gli studenti di Rossino e Lorentino nello spostarsi negli altri plessi di Calolziocorte. La votazione ha visto la maggioranza favorevole e la minoranza astenuta.
L’ultimo punto all’ordine del giorno, presentato da Cambia Calolzio, riguardava la violazione dello statuto e del codice etico della fondazione “Monastero del Lavello”: il consigliere Diego Colosimo ha sottolineato che il contenuto del libro del generale Vannacci viola l’articolo 3 della Costituzione italiana e l’articolo 2 del trattato dell’Unione Europea, riguardo il rispetto dei diritti umani e la parità. Colosimo ha poi riportato l’appello di una serie di associazioni e partiti, in cui era stato chiesto di negare uno spazio pubblico “a chi propina messaggi d’odio”, ed era stato evidenziato l’art. 11 del codice etico della fondazione, che richiama alle dimissioni del Cda in caso di violazione dello stesso. Per Colosimo, “il sindaco deve revocare il mandato al vicepresidente Armando Friburghi, nominato dal Comune, anche a causa del danno d’immagine recato al Comune e alla fondazione”. L’evento “è stato un punto di non ritorno”, che ha segnato la fondazione e Calolzio, soprattutto perché parte del Cda ha presenziato all’evento e ha contribuito a trasformare un luogo d’incontro in un luogo di scontro.
Nella girandola di risposte, la prima è arrivata dal consigliere Dario Gandolfi: “In questo caso dobbiamo inquadrare la figura dell’autore, il libro non è così “elevato” e personalmente non sono interessato ai suoi contenuti; l’etica in ambiente democratico è una questione soggettiva, per cui credo che si debba considerare come valutiamo la libertà di tutti, anche quella di Vannacci di esprimersi: libertà è anche confronto. Sottolineo inoltre che il vicepresidente Friburghi ha comunicato a me e al sindaco, prima dell’evento, di non essere stato a conoscenza della concessione di quello spazio e di aver ritenuto appropriato ritirare l’evento: questo è stato confermato probabilmente dopo il confronto tra le diverse sensibilità dei membri del Cda”.
L’intervento successivo è stato quello del leghista Daniele Butti, che a nome del partito si è dichiarato contrario alla mozione “perché non si costruisce nulla chiedendo la testa di una persona”; Butti ha proseguito sottolineando che “il libro viene letto diversamente da persone con diverse sensibilità, poiché anche una serie di intellettuali di sinistra lo sostengono”. Ha concluso “auspicando di spostare eventi del genere in altri luoghi in futuro, rinnovando la fiducia e la gratitudine alla fondazione e chiedendo di evitare di strumentalizzare politicamente la fondazione”.
L’ex sindaco Cesare Valsecchi è intervenuto sottolineando che “il Cda rappresenta e deve difendere i diritti della fondazione, senza coinvolgerla in situazioni d’imbarazzo e polemiche”; la fondazione “ha inoltre ricevuto contributi dall’Unione Europea per il turismo religioso, assolutamente non compatibile con le idee del libro”. Un’aggravante alla presentazione era la presenza di parte del cda, “non più la questione personale di etica sollevata dall’assessore Gandolfi, perché non sarebbe stato necessario parteciparvici: non avrebbero dovuto farlo perché sarebbe stato divisivo”. Valsecchi ha chiesto “la revoca dell’incarico, non le dimissioni, poiché quello è un discorso personale”; ha poi evidenziato “l’errore, da parte della fondazione, nello stilare un codice etico e non avere una commissione di controllo, da nominare nella prossima assemblea della fondazione”. Colosimo ha sotenuto l’ipotesi della commissione di controllo, sottolineando l’importanza della trasparenza verso i cittadini.
Il successivo intervento è stato della capogruppo d’opposizione Silvia Mazzoleni, che ha risposto a Gandolfi: “Friburghi ha sbagliato, perché avrebbe dovuto prendere le distanze pubblicamente dal Cda”; Mazzoleni ha poi evidenziato gli errori della maggioranza, rea di non averci messo la faccia e di aver giustificato il Cda, compiendo un passo indietro solo apparente con il ritiro del patrocinio da parte del sindaco.
La consigliera di minoranza Wilna De’ Flumeri ha successivamente ripreso le dichiarazioni del coordinatore provinciale di Forza Italia Roberto Gagliardi, sottolineando che l’obiettivo era non accogliere Vannacci negli spazi della fondazione, per tutelare un ambiente che non è un luogo sacro in assoluto, ma ha importanti vicende storiche e religiose. In risposta la consigliera forzista Silvia Bosio si associa alle parole di Gagliardi, ma rifiuta la mozione sottolineando che Friburghi ha solo rispettato la scelta del Cda e che il comune in quanto socio ha dato autonomia di gestione al suo rappresentante.
Il consigliere Fabio Mastroberardino è intervenuto dicendo di “valutare la questione dell’opportunità: dei 23 enti in cui è presente Regione Lombardia, il monastero è uno di questi, per cui è necessario pensare a percorsi meritevoli per far crescere la fondazione, tra cui questo. La minoranza ha posto una questione di legittimità, l’evento si è potuto fare ed è stata una scelta legittima del Cda; non ci compete come amministrazione decidere sui ruoli del Cda”.
Mazzoleni ha concluso affermando che “il problema stasera è stato solo aggirato: il codice etico non andava interpretato, ma letto, perché i messaggi riportati nel libro sono chiari e vanno in contrasto con esso; da questo consiglio sarebbe dovuto venire un atto di responsabilità, cioè esprimersi chiaramente su un patrimonio del territorio”. La votazione ha visto la maggioranza contraria e la minoranza favorevole.
Mi.C.