Così la giunta ha deciso… Il taglio è fatto!
Il taglio degli alberi in via Padri Serviti nel contesto Monastero del Lavello è avvenuto e l’esecuzione, attraverso l’abbattimento di tutti gli esemplari, in particolare dei platani, è stata eseguita.
Per l’ennesima volta, appellandosi ad un decreto che norma le condizioni e le modalità per l’abbattimento dei platani in caso di focolaio del “Cancro colorato del platano”, si è proceduto al taglio di altri maestosi e importanti esemplari la cui unica colpa era quella di essere situati proprio in quella zona, proprio in quei punti. Quindi non perché all’apparenza sofferenti, secchi o pericolosi per l’incolumità pubblica e per stessa ammissione dell’agronomo presente durante le operazioni di taglio, anche un esemplare sano quindi non infetto, ma perché quel costoso e infinito progetto di riqualificazione del parcheggio ne prevedeva l’abbattimento.
Così pian piano, come abbiamo visto per altre situazioni come la chiusura delle scuole, hanno abbattuto 7 esemplari di platani che non manifestavano alcun segnale di malattia (se non di fronte ad occhio esperto) e pericolosità, ma che, guarda caso, si trovavano vicino ad alcune attività di ristorazione e il loro abbattimento ha favorito una più ampia visuale sul fiume e una miglioria della pavimentazione nel loro contesto.
Come strano è il fatto che il marciapiede che verrà realizzato proprio nella zona in cui sono stati tagliati i tre platani costringerà la gente, comprese le persone con disabilità, ad uscire dal parcheggio, a portarsi sul lato opposto del Monastero del Lavello per poi, all’altezza della chiesa, ritornare sul “giusto lato”, quello che oggi viene abitualmente percorso.
Sarà un caso anche questo?
Sarà la gente a giudicarlo e giustificare questo scempio, ma quello che è inaccettabile è che ci si nasconda “dietro” a delle normative, non rispettando le prescrizione del Parco dell’Adda che prevedono la ripiantumazione e non si ammetta, come è avvenuto in commissione territorio di fronte alle nostre richieste di modifica del progetto esecutivo, che “è una scelta politica” perché se fosse un problema di esemplari infetti e di normative da rispettare, provocatoriamente ci vien da dire: “allora abbattiamoli tutti!” perché la normativa prevede questo.
Gli stessi amministratori “ambientalisti” di oggi, che in passato hanno protestato per interventi che nulla hanno a che vedere con questo disastro, dove sono finiti?
Politica appunto, ma oggi la nostra città oggi necessità di una politica buona, quella che opera esclusivamente al servizio del “Benecomune” come quella che alla fine degli anni 90 portò al restauro del Complesso del Monastero grazie alla forte e decisa volontà dell’allora vicepresidente della provincia di Lecco, la compianta Elena Gandolfi, il cui unico scopo fu quello di restituire alla nostra città il prezioso gioiello le cui origini risalgono all’anno mille.
Un complesso a cui tutti dovremmo assicurare cura e il massimo rispetto dei luoghi, magari cercando di evitare di tagliare alberi che ne testimoniano la storia e preservarli e curarli quale prezioso patrimonio di chi ci ha preceduto.
Sonia Mazzoleni
Calolziocorte BeneComune